INTRODUZIONE. Nel trapianto renale (RTx) la valutazione del contenuto minerale osseo (BMD) non dovrebbe essere eseguita di routine dopo i 12 mesi dal RTx, poiché non predice il rischio di fratture, il tipo di patologia ossea e non orienta l’approccio terapeutico (Linee guida K/DIGO).
In un gruppo di pazienti con RTx abbiamo monitorato nel lungo termine l’andamento del BMD e di alcuni markers del turnover osseo.
PAZIENTI E METODI. 54 pazienti con RTx stabile, 35 m/19 f, età anagrafica 49 ± 10 anni, età RTx 76 ± 75 mesi, età dialitica 29 ± 26 mesi, in terapia steroidea 47/54, venivano valutati trimestralmente CaT, PO4 ed eGFR (CKD-EPI), semestralmente PTH ed isoenzima osseo della fosfatasi alcalina (b-ALP) ed annualmente BMD (DEXA). Inoltre venivano determinati i livelli sierici di 25OHD3. Dallo studio venivano esclusi i pazienti con eGFR < 15 ml/min/m2, periodo di RTx < 12 mesi, in terapia con calcitriolo e/o bisfosfonati.
RISULTATI. Non abbiamo registrato correlazioni tra b-ALP, PTH, dose media di prednisone e valori di BMD. I livelli medi di 25OHD3 erano di 18.6±8.2 ng/ml (range 4-39 ng/ml). I pazienti con osteoporosi (T score < –2.5 DS) avevano una più lunga storia di RTx (P < .01) e più elevate livelli di PTH (P=NS) rispetto ai pazienti con BMD normale (T score > -1 DS) o osteopenico (T score tra –1 SD e –2.5 SD). In 2/54 pazienti con osteoporosi e 1/54 con osteopenia si registravano fratture metatarsali da minimo trauma.
CONCLUSIONI. I livelli di 25OHD3 sono risultati insufficienti (< 30 ng/ml) nella quasi totalità dei pazienti. L’esecuzione di routine della DEXA in pazienti con RTx stabilizzato sembra essere discutibile, mentre una più attenta ricerca delle fratture patologiche potrebbe essere un più utile criterio nel valutare l’entità della patologia ossea. I livelli di PTH e/o di b-ALP non sembrano essere sufficienti a monitorare la patologia ossea del RTx suggerendo la necessità di ricercare ulteriori markers del turnover osseo.