Introduzione. L’infezione da HIV non rappresenta più una controindicazione al Tx di rene. Gli studi, sinora condotti con schemi immunosoppressivi tradizionali, rivelano risultati paragonabili a quelli della popolazione trapiantata generale. Non esistono dati sull’impiego di regimi privi di Ste nei pti HIV+.
Scopo. Valutare efficacia e sicurezza del Tx di rene in pti HIV+ trattati con schema immunosoppressivo di mantenimento privo di Ste.
Pazienti e Metodi. Tra Giugno 2007 e Aprile 2012, presso il nostro Centro, 14 pti HIV+ a basso rischio immunologico (1° tx, PRA<30%) sono stati sottoposti a tx di rene da donatore deceduto. Erano in dialisi (extracorporea=13, peritoneale=1) da 5±3.1 anni ed in lista d’attesa da 10±8 mesi. I principali criteri di inclusione erano: CD4>200/mmc e HIV-RNA soppresso nei pti in terapia antiretrovirale. In tutti i casi veniva effettuata induzione con Basiliximab + Ste e mantenimento con un inibitore delle calcineurine + micofenolato. Lo Ste veniva sospeso in V giornata in 13 su 14 pti, e veniva ripreso in caso di rigetto acuto. L’infezione da CMV veniva gestita con terapia pre-emptive.
Risultati. Il 64% dei pti ha ricevuto il rene da donatore a rischio infettivo non calcolabile, di età media 38±12.5 anni. In 3 casi abbiamo osservato una riattivazione dell’HIV transitoria e clinicamente non significativa. In 7 su 13 pazienti senza steroide (54%) è stata fatta diagnosi di rigetto acuto (RA), bioptica in 6 casi: cellulare=2, misto=3, umorale=1. Tutti hanno risposto ad un trattamento con boli di Ste, in 2 casi associati a thymoglobuline, in un caso (RA umorale) a plasmaferesi ed Ig vena. Un pt ha perso il Tx dopo 43 mesi per rigetto cronico associato a complicanza infettiva.
Conclusioni. Sebbene il tx di rene nel pt HIV+ risulti sicuro ed efficace, in questa categoria di pti la sospensione dello Ste è sconsigliabile, in quanto si associa ad un rischio di RA superiore a quanto osservato nei pti HIV-.