PREFAZIONE/INTRODUZIONE. L'interazione cronica di anticorpi anti-HLA del donatore con le cellule endoteliali del rene trapiantato innesca una serie di fenomeni biologici che portano allo sviluppo delle lesioni tessutali proprie del rigetto cronico anticorpo-mediato (AMCR). Non è noto l'effetto degli anticorpi su altre tipologie cellulari renali.
MATERIALI E METODI. 1. Valutazione della fosforilazione di JAK2 mediante western blot; 2. Valutazione dell’attivazione mitocondriale mediante test XTT; 3. Misurazione della resistenza transepiteliale (TER); 4. Test ELISA per la valutazione della secrezione citochinica; 5. Valutazione della presenza di anticorpi anti-donatore nelle urine di pazienti con AMCR mediante passaggio in nanoconcentratori e successiva analisi mediante tecnica Luminex.
RISULTATI E CONCLUSIONI. Abbiamo valutato l'effetto di un anticorpo monoclonale anti-HLA di classe I (W6/32) su una linea di cellule del tubulo prossimale umano (PTEC). W6/32 induceva la fosforilazione di JAK2 (una tirosina chinasi particolarmente attivata a livello tubulare in pazienti con rigetto acuto anticorpo-mediato) dopo 24 ore di stimolazione. Inoltre, l’incubazione con W6/32 era in grado di indurre sulle PTEC un aumento dell’attività mitocondriale e una riduzione dei valori di resistenza trans-epiteliale (TER), indice di una perdita di polarità cellulare.
Infine, è stata valutata la secrezione citochinica delle PTEC stimolate con W6/32 a differenti tempistiche osservando un incremento della citochina infiammatoria IL-6 a 24 e 48 ore di stimolazione e un aumento della citochina pro-fibrotica TGF-beta1 a 96 ore. Abbiamo inoltre studiato la presenza di anticorpi anti-HLA del donatore in 6 pazienti con AMCR e proteinuria per verificare la modalità di interazione degli anticorpi con le cellule tubulari in vivo: in tutti i casi gli anticorpi antidonatore erano presenti anche nelle urine suggerendo la possibilità di interazione endoluminale tubulare con le cellule tubulari.
In conclusione, i risultati preliminari di questo studio indicano che l'interazione tra anticorpi anti-HLA di classe I induce importanti modificazioni biologiche nelle cellule tubulari prossimali umane, suggerendo che le alterazioni tubulointerstiziali operate direttamente dagli anticorpi anti-donatore possano contribuire alla patogenesi di AMCR.