INTRODUZIONE. I pazienti in emodialisi presentano aumentata morbilità e mortalità. Negli ultimi anni è stato suggerito che una maggiore dose dialitica possa migliorare le condizioni cliniche del pazienti. Presso il nostro Centro viene effettuato il trattamento dialitico trisettimanale standard della durata di 4 ore e la emodialisi lunga notturna trisettimanale di 8 ore. Scopo del nostro lavoro è stato valutare eventuali differenze fra i due schemi di trattamento in termini di efficienza dialitica ed incidenza di eventi avversi.
MATERIALE E METODI. Abbiamo analizzato 30 pazienti suddivisi in 2 gruppi, 15 in emodialisi notturna (gruppo I) e 15 in trattamento emodialitico standard (gruppo II). I due gruppi risultavano sovrapponibili per età anagrafica (gruppo I: 57,0±11,5 anni; gruppo II: 67,0±17,9 anni) e per età dialitica (gruppo I: 71,5±30,6 mesi; gruppo II 66,2±28,8 mesi). La durata del follow-up è stata di 36 mesi. Sono stati valutati: efficienza dialitica (Kt/v, stato nutrizionale/infiammatorio), incidenza di eventi cardiovascolari.
RISULTATI E CONCLUSIONI. Il kt/v medio risultava superiore nel gruppo I rispetto al gruppo II (1,7±0,3 vs 1,5±0,2), sebbene non raggiungesse la significatività statistica (p=0,07). Lo stato nutrizionale ed infiammatorio risultavano sovrapponibili nei due gruppi (albuminemia gruppo I: 3,6±0,3 g/dl; gruppo II: 3,5±0,4 g/dl; p=n.s.; PCR gruppo I: 6,9±5,5 mg/L; gruppo II: 5.0±4,6 mg/L; ferritina gruppo I: 276,0±165,4 ng/ml; gruppo II: 409,0±143,0 ng/ml; p=n.s.). I livelli di emoglobina non mostravano differenze significative tra i due gruppi (gruppo I: Hb 11,15±1,06 g/dl; gruppo II: 11,07±1,09 g/dl). Il consumo medio di eritropoietina era significativamente più basso nel gruppo I (gruppo I 64,75 UI/Kg/settimana; gruppo II 87,43 UI/Kg/settimana, p=0,05). Nel gruppo II si evidenziava un maggior numero di eventi cardiovascolari, sebbene non statisticamente significativo (gruppo I 3/15, 20,0%; gruppo II, 5/15, 33,3 %; p=0,08). Nel gruppo I la percentuale di failure dell’accesso vascolare risultava inferiore (15,0% vs 37,5%; p=0,001).
I nostri dati suggeriscono un effetto positivo dell’incremento della dose dialitica ottenibile in corso di dialisi notturna lunga sull’outcome del paziente.