INTRODUZIONE. La prevalenza di pazienti che giungono alla dialisi/trapianto senza una diagnosi patogenetica della nefropatia uremizzante è ancora elevata (20-60%) soprattutto a fronte dell’attuale disponibilità di indagini genetiche.
PAZIENTI E METODI. Sono state ipotizzate e ricercate malattie genetiche in pazienti giunti al trapianto con nefropatia ignota, in base all’anamnesi personale/familiare e al quadro clinico/laboratoristico: mutazione dei geni UMOD e HNF1B a fronte di elementi suggestivi per nefropatie interstiziali tipo “ciliopatie”; malattia di Fabry (carenza di alfa-galattosidasi A) per angiocheratomi ed ipertrofia cardiaca; mutazione dei geni regolatori del complemento (H,I, MCP) per caratteristiche cliniche (lipodistrofia, fenotipo androgino, drusen) e malattia a depositi densi sul rene trapiantato; mutazione di INF2 (difetto della formina2 con podocitopatia) per GSFS riscontrata su rene nativo del figlio della paziente; mutazione di APRT (alterazione delle purine con accumulo di cristalli di 2,8DHA) per cristalli di origine sconosciuta sul rene trapiantato.
RISULTATI. Sono così risultate 5 diagnosi di mutazioni genetiche non note in n = 8 pazienti al momento del trapianto renale: 2 APRT, 2 UMOD, 1 HNF1B, 1 INF2 e 1 Fabry. Nel 6° paziente con GNMP a depositi densi è stata dimostrata la presenza del C3NF con altri studi genetici ancora in corso (Tab I). La malattia di base ha compromesso il graft nei pazienti con deficit di APRT (prima di porre diagnosi e avviare terapia specifica) mentre è recidivata nei pazienti con GSFS e GNMP; nel paziente con Fabry è stata avviata terapia enzimatica per rallentare il danno d’organo. Nei pazienti con ciliopatie (n = 3) lo screening negli aggregati familiari di 105, 56 e 7 componenti ha identificato 14 e 5 membri affetti.
CONCLUSIONI. Anche al momento del trapianto occorre mantenere l’interesse per la patogenesi della nefropatia causale, oggi identificabile più agevolmente rispetto al passato con indagini genetiche mirate al sospetto clinico, con importanti ricadute sul paziente e sulla sua famiglia.