INTRODUZIONE. La malattia renale policistica rappresenta una delle nefropatie più comuni nei pazienti affetti da malattia renale cronica terminale I pazienti affetti da questa condizione patologica mostrano un’associazione ormai ben documentata con alterazioni cardiovascolari di varia natura e, soprattutto, con la presenza di alterazioni aneurismatiche a carico dell’aorta ascendente e della radice aortica, nonché con la presenza di aneurismi intracranici.
PAZIENTI E METODI. Sono stati arruolati 110 pazienti affetti da Malattia renale policistica, 60 dei quali in terapia conservativa e 50 in trattamento sostitutivo emodialitico con un rapporto maschi/femmine di 65 vs 45 ed un’età media di diagnosi di 15 anni e 11 mesi. In tutti i pazienti, al momento del referral al Nefrologo, sono state eseguite un’ecografia renale ed un’ecocardiografia da parte dello stesso operatore, un monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa, ed un ECG di base. Tutti i pazienti erano affetti da Ipertensione arteriosa ed in trattamento farmacologico
RISULTATI. In 70/110 pazienti è stata rilevata un’associazione tra presenza di cisti renali ed ectasia/aneurisma della radice aortica e dell’aorta ascendente, con diametro dell’aneurisma in relazione statisticamente significativa con il numero delle cisti (p= 0.005). In 30/110 pazienti è stata eseguito anche un esame angio - RMN encefalo che ha evidenziato la presenza di aneurismi intracranici in 4 pazienti senza alcuna correlazione con il numero delle cisti renali presenti e l’età della diagnosi della nefropatia di base. Gli Holter pressori hanno evidenziato un buon controllo pressorio nel 90% dei pazienti arruolati, mentre l’ECG di base ha evidenziato, nel 70% dei pazienti, la presenza di anomalie della fase di recupero ventricolare, indipendentemente dagli altri parametri esaminati.
CONCLUSIONI. I dati esaminati confermano l’associazione tra numero di cisti renali ed ectasia dell’aorta ascendente, ma non di correlazione certa tra la presenza di ectasia/aneurismi dell’aorta ascendente ed aneurismi intracranici. Un ampliamento della casistica clinica potrà contribuire a comprendere meglio l’utilità dell’esame ecocardiografico quale eventuale predittore di presenza di aneurismi intracranici.