La malattia renale cronica (IRC) è una patologia in continua crescita per l’allungamento della vita media e l’aumentata incidenza di diabete e ipertensione arteriosa. Questo studio osservazionale, eseguito nell’ambito di un più ampio progetto di prevenzione, mira a descrivere i principali fattori etiologici e le caratteristiche cliniche in un numeroso gruppo di pazienti con diverso grado di IRC, giunti per la prima volta presso un ambulatorio di nefrologia.
Sono stati inclusi 721 soggetti (432 M; 289 F, età media 70±12 ), presentatisi presso l’ambulatorio per l’insufficienza renale, dal Gennaio 2009 al Dicembre 2011. Lo stadio di malattia è stato valutato in base al filtrato glomerulare (CKD-EPI). Sono state considerate numerose caratteristiche cliniche. Dei dati raccolti è stata eseguita analisi statistica univariata ed effettuate alcune correlazioni. I risultati sono presentati come media ± DS. I coefficienti di correlazione calcolati sec. Pearson. È stato considerato significativo un p value < 0.05.
Le più comuni cause di danno renale sono risultate il diabete (19.6%) e l’ADPKD (11%). Il 40.34% dei pazienti presentava un quadro di IRC da causa non definibile, compatibile con nefroangiosclerosi. Nel 7% di questi pazienti la causa dell’IRC è stata poi attribuita all’ipertensione arteriosa. 8.6% presentava Glomerulonefriti. Un’alta percentuale di pazienti (14%) era monorene , il 6.8% presentava patologie urologiche, di questi il 2% GSFS da RVU fino ad allora misconosciuto (Figura 0). Vasculopatia (14.2%) e cardiopatia ischemica (15%) sono risultate le patologie più frequentemente associate. Anche la calcolosi renale (8%) è risultata associata ma non causa di IRC. Il 25 % presentava cattivo controllo pressorio (Tabella 1). Dei 721 pazienti, 397 (54%) presentavano IRC di III stadio, una maggiore percentuale di essi distribuita nella fascia di età compresa tra 61 e 80 anni (tabella 2). Il 12,7% di questi presentava proteinuria>800 mg/24h. La dislipidemia (LDL> 130 mg/dl) risultava presente nel 38% del campione totale e nel 73% del sottogruppo. È risultata una correlazione inversa significativa tra i valori di LDL e F.G. (Figura 1). I dati raccolti hanno evidenziato il problema, ancora attuale, di una diagnosi spesso tardiva e di una gestione non sempre corretta dell’IRC.
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