E proprio dalla presa di coscienza da una parte delle necessità
mutate dei pazienti incidenti dall’altra di favorevoli aspetti economici
è nata l’idea di reinvestire a sostegno dei pazienti e delle loro famiglie
i potenziali risparmi derivanti dalla scelta della dialisi domiciliare
rispetto all’ emodialisi ospedaliera
Ricordo peraltro cosa qui non considerata ma che è nota a tutti che il trattamento
Sostitutivo naturale il trapianto sia il trattamento a minor costo ed il “più domiciliare
Di tutte le forma di trattamento
STUDIO CENSIS
Siamo nel pieno di una crisi finanziaria che ha colpito tutti i settori della società e in particolare la politica socio assistenziale .. molte regioni tra cui la nostra stanno lottando con quello che viene chiamato il piano di rientro per il contenimento della spesa sanitaria
I nefrologi si pongono il problema della gestione socio-economica APPROPRIATA della uremia cronica .. Questa problematica non può essere lasciata solo ai politici o alla direzione delle nostre aziende ma deve assolutamente essere gestita da noi specialisti del problema uremia
Pur rimanendo stabile anzi crescendo il nuero di pazienti trattati complessivamente con dialisi o trapianto .. Solo negli ultim itre anni si è assistito ad una stabilizzazione del pool complessivi di pazienti uremici in trattamento
Per fortuna in Piemonte li sviluppo del trapianto ha permesso un contenimento complessivo dei pazienti in trattamento dialitico
E’ troppo presto per dire se in alcune zone la diminuzione della prevalenza in dialisi e anche dell’incidenza dipenda da fattori positivi (rallentamento della progressione) o negativi (aumento della mortalità per l’invecchiamento e le comorbidità presenti).
In questi anni il lavoro svolto ha riguardato sostanzialmente una revisione tesa a potenziare alcuni aspetti dell’intervento nefrologico che possiamo dire sono confidenti con il piano di rientro In questo senso vanno il discorso sulla prevenzione delle malattie renali croniche e lo sviluppo di percorsi diagnosi e terapia atti a ridurre gli impatti negativi sul paziente del danno renale scegliendo erp lui i trattamenti più appropriati
L’affermazione relativa al percorso sull’avvio del trattamento sostitutivo con lo sviluppo di una ambulatorio ad hoc per privilegiare il trapianto renale anche preventivo e i trattamento domiciliari, ecc.
La domanda è si poteva fare di più ? : forse si .. La mia impressione è che non ci sia stato un verso atteggiamento collaborativo inter-centri che potesse fare da volano ad una revisione più complessiva dell’intervento nefrologico. Anche dal punto di vista del farsi conoscere dalla gente.
Al termine del secondo anno di applicazione della DGR si è verificato un ulteriore aumento della prevalenza dei pazienti in dialisi domiciliare, sostenuto dalla dialisi peritoneale. Nel contempo la prevalenza dei pazienti in emodialisi ospedaliera ha subito una lieve flessione.
Per quanto riguarda l’incidenza, l’andamento si è dimostrato simile, sempre con un maggior peso della dialisi peritoneale e una distribuzione tra CAPD e APD lievemente preponderante per la CAPD. A fronte di un incremento dell’incidenza complessiva in dialisi nel 2011 si è registrato un lieve incrmeento dell’l’incidenza in emodialisi ospedaliera.
Sostanzialmente stabile il numero di trapiantati a provenienza dalla dialisi domiciliare
mostra la distribuzione percentuale della necessità assistenziale individuata dai PAIDD attivati nel periodo considerato nei Centri di Nefrologia e Dialisi della Regione, con una certa preponderanza della necessità assistenziale di grado medio-alto.
Possiamo ritenere che la disomogeneità di comportamento dipenda in parte dalla necessità di “sanare” la situazione dei pazienti già in trattamento domiciliare. Infatti nei casi di nuovi ingressi nel corso del 2010 l’orientamento sia del grado assistenziale che della conseguente spesa pare indirizzato in modo più corretto, diretto a consentire un trattamento domiciliare a pazienti che altrimenti non avrebbero potuto che essere indirizzati al trattamento dialitico ospedaliero.
Questa diapositiva è complessa ma cerco di spiegarla in parole povere
Se consideriamo i pazienti che hanno iniziato la dialisi nel 2010 e nel 2011 e che hanno ricevuto il contributo sono costati per il contributo stesso circa 430000 € mentre gli stessi pazienti incidenti per lo stesso periodo di tempo avrebbero avuto un costo di circa 1milione e 200 mila anni con un risparmio teorico di circa 700000 €
In parole più povere possiamo dire che il costo medio del contributo su tutti i pazienti in DP domiciliare viene a costare ancora meno del costo del trasporto dei pazienti per il trattamento ospedaliero
Da tutto questo nasce anche una analisi che riguarda un percorso di diagnosi e terapia diretto all’incentivazione del trattamento domiciliare e del trapianto anche preventivo
IL PDTA è stato proprio in questi giorni deliberato dalla giunta regionale e speriamo possa essere rapidamente reso operativo nei diversi centri nefrologici della regione
IL percorso di diagnosi e terapia ben si integra con il DGR 8 sulla dialisi domiciliare che vede nella commissione nefrologica e nell’ambulatorio della malattia renale avanzata i due pilastri per incentivare i trattamenti domiciliari.
Il progetto del revisionato registro regionale trasformato in osservatorio sulla malattia renale ben si integra con questo percorso di diagnosi e terapia e in questo senso stiamo alacremente lavorando ma questa è altra storia e non ho il tempo di raccontarla
Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.
Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.