Introduzione. ADMA, competendo con L-arginina per NOS, inibisce la produzione di ossido nitrico e costituisce un emergente predittore di rischio cardiovascolare (CV) nella popolazione generale e in varie patologie. ADMA è anche implicato in diversi meccanismi biologici correlati all’età (accorciamento del telomero e senescenza cellulare). Non è mai stato testato il ruolo di ADMA nel predire il rischio CV nella popolazione anziana e la potenziale interferenza di arginina in tale predizione.
Materiali e Metodi. Nei soggetti dello studio InCHIANTI, che ha arruolato un campione casuale di 1155 persone di età superiore ai 65 anni in due città della Toscana, i livelli plasmatici di ADMA e Arginina sono stati misurati con cromatografia liquida e spettrofotometria di massa.
Risultati e conclusioni. Durante il follow-up (8 ± 3 anni), 384 persone sono morte; 141 (37%) per cause CV. Al crescere dei quartili di età, ADMA, PAS, omocisteina, PCR e Arginina aumentavano significativamente mentre si riducevano significativamente BMI, calcio, emoglobina, colesterolo totale e clearance della creatinina (p per trend < .001 per tutte le variabili). Nel Cox aggiustato per tutti i potenziali fattori confondenti, i valori plasmatici di ADMA erano fattore predittivo indipendente di mortalità per tutte le cause (HR 1,28, I.C.1,12-1,47, p <0,001), con un trend ai limiti della significatività statistica per mortalità CV [HR:1.25, P=0.07]. L’eccesso di rischio di morte diminuiva progressivamente all'aumentare dell'arginina, passando dal 71% al 20% per valori di arginina di 10 e 50 micromol/l, rispettivamente. L'eccesso di rischio legato all'ADMA scompariva per valori di Arginina > 60 micromol/l (fig). L’ADMA è un forte predittore indipendente di mortalità nella popolazione anziana e la l-arginina ne modifica gli effetti sulla sopravvivenza.