La disfunzione autonomica (DIA) è caratterizzata da uno squilibrio tra il sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Nei pazienti affetti da malattia renale cronica tali alterazioni sono state associate al rischio cardiovascolare. [1] Nonostante la DIA sia considerata una condizione organica e irreversibile, è stato dimostrato nei pazienti affetti da diabete mellito I che la correzione dell’ipossia può migliorare la sensibilità dei barocettori arteriosi (BSA), uno dei principali indicatori di DIA. [2] In questo studio abbiamo valutato il coinvolgimento dell’ipossia nella patogenesi della DIA in pazienti affetti da diabete mellito II con coinvolgimento renale.
Sono stati arruolati 18 pazienti affetti da diabete mellito II. Caratteristiche: età media 61.2±3.5 anni, durata del diabete 11.4±9.3 anni e BMI 29.4±3.5 kg/m2, VFG stimata 69.3±27.8 ml/min, microalbuminuria > 300 mg/24h. La funzione autonomica era valutata stimando le variazioni della pressione arteriosa (PA) e della frequenza cardiaca (FC) in risposta alla respirazione profonda (dB test) e la FC dopo 5 minuti a riposo (30/15 ratio).
La BSA era valutata osservando le variazioni dell’intervallo RR all’ECG e le variazioni della PA durante la respirazione normale (15 atti respiratori/min) e profonda (6 atti/min). [3] [3] L’intera procedura era eseguita in aria ambiente e in corso di assunzione di ossigeno a 5 l/min.
I pazienti analizzati presentavano una franca DIA come dimostrato dai bassi valori ottenuti dal dB test (8.9±4.9 b/min, valore normale >15 b/min), dal 30/15 ratio (1.03±0.02, valore normale >1.03) e dalla BSA (6.3±4.9 ms/mmHg, valori normali >10 ms/mmHg). L’ossigeno migliorava il dB test (9.8±6.3 b/min) e aumentava in modo significativo la BSA, normalizzandola in 8 pazienti (9.2±5.8 ms/mmHg, P<0.05 vs BSA in aria ambiente).
I nostri risultati dimostrano che nei pazienti diabetici con proteinuria vi è una disfunzione autonomica che può essere in parte migliorata dalla somministrazione di ossigeno, suggerendo in tal modo un possibile ruolo dell’ipossia tissutale nella patogenesi del disturbo autonomico. Tale evidenza potrebbe avere notevoli implicazioni di ricerca e cliniche.
QUESTO LAVORO RIPORTA I RISULTATI PARZIALI DI UNPROGETTO DI RICERCA FINANZIATO CON BORSA DI STUDIO FIR/SIN 2011.
[1] Masuo K, Lambert GW, Esler MD et al. The role of sympathetic nervous activity in renal injury and end-stage renal disease. Hypertension research : official journal of the Japanese Society of Hypertension 2010 Jun;33(6):521-8
[2] Bernardi L, Rosengård-Bärlund M, Sandelin A et al. Short-term oxygen administration restores blunted baroreflex sensitivity in patients with type 1 diabetes. Diabetologia 2011 Aug;54(8):2164-73
[3] Laude D, Elghozi JL, Girard A et al. Comparison of various techniques used to estimate spontaneous baroreflex sensitivity (the EuroBaVar study). American journal of physiology. Regulatory, integrative and comparative physiology 2004 Jan;286(1):R226-31
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