autori e centri partecipanti fino a maggio 2012
Recenti lavori hanno dimostrato che la denrevazione renale transcatetere bilaterale è in grado di ridurre significativamente i valori di PAS e PAD nei pazienti con ipertensione resistente
scopo del registro italiano sulla denervazione renale
criteri di inclusione
Criteri di esclusione
schema delle valutazioni cliniche e raccolta dati nel follow-up dopo la procedura di denervazione renale
rappresentazione grafica dell'ablazione selettiva dei nervi renali transcatetere
Parametri misurati
Esami di laboratori
Indagini strumentali eseguite nei pazienti sottoposti a denervazione renale
Centri reclutatori fino a maggio 2012
Caratteristiche demografiche della popolazione
Valori di PAS PAD clinica e ambulatoriale e frequenza cardiaca basali, prima della procedura
effetti della denervazione renale sui valori di PAS e PAD clinica dopo 1, 3 e sei mesi dalla procedura
effetti della denervazione renale sui valori di PAS e PAD delle 24 ore dopo 1, 3 e sei mesi dalla procedura
Caduta pressoria dei valori di PAS e PAD delle 24 ore a distanza di sei mesi dalla procedura
Effetti della denervazione renale sui valori di pressione arteriosa nelle ore diurne e notturne
La denervazione renale non ha modificato significativamente i parametri di funzione renale e il quadro lipidico dopo 6 mesi dalla procedura
numero di farmaci somministrati ai pazienti inclusi nel registro prim della procedura e durante il follow-up
la procedura non ha determinato effetti collaterali nel periodo di osservazione
conclusioni
Altre forme di ipertensione associate ad ipertono simpatico potrebbero beneficiare della denervazione renale, come l’ipertensione essenziale stessa seppur non resistente; l’ipertensione associata ad OSA (uno studio osservazionale recente, condotto in pazienti affetti da ipertensione resistente associata ad apnee notturne, ha dimostrato che la denervazione è in grado di ridurre, oltre la pressione arteriosa, anche gli episodi di apnea e ipopnea); l’ipertensione in pazienti nefropatici con o senza insufficienza renale, dializzati e trapiantati portatori dei reni nativi (nei quali, in passato, è stata dimostrata una riduzione della PA e una normalizzazione dell’MSNA dopo nefrectomia bilaterale). Inoltre anche lo scompenso cardiaco, condizione clinica in cui l’ipertono simpatico gioca un ruolo cruciale, potrebbe giovare di tale trattamento.
In campo nefrologico recentemente è stato pubblicato uno studio pilota condotto su 15 pazienti affetti da insufficienza renale moderata-severa (eGFR medio=31 ml/min) e ipertensione resistente. La denervazione renale bilaterale si è dimostrata efficace nel ridurre la pressione arteriosa in assenza di alterazioni dell’eGFR nel breve e nel lungo termine inoltre gli autori hanno osservato una riduzione (seppur statisticamente non significativa vista la scarsa numerosità del campione oggetto di studio) dei valori di proteinuria delle 24 ore e di UACR.
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