Introduzione. Lo scompenso cardiaco cronico (SCC) è una malattia progressiva ed infausta: l’ultrafiltrazione (UF) extra-corporea viene utilizzata nel trattamento acuto di pazienti scompensati e con diuretico resistenza. L’ultrafiltrazione peritoneale (UFP) è stata proposta come trattamento a lungo termine, domiciliare, in pazienti con SCC. Anche se non vi sono forti evidenze, molti studi hanno documentato una migliore sopravvivenza.
Scopo. di questo studio è stato quello di valutare “l’outcome” di pazienti con SCC senza insufficienza renale terminale trattati con UFP.
Materiali e metodi. Questo è uno studio retrospettivo, osservazionale, a cui hanno partecipato 11 centri italiani. I pazienti avevano uno SCC severo refrattario alla terapia medica ed hanno iniziato UFP negli ultimi 5 anni. La mortalità è stata valutata con una curva di Kaplan Mayer; giorni di ricovero, emoglobina, GFR, frazione di eiezione (FE) e classe NYHA sono stati raccolti all’inizio del trattamento UFP e successivamente a 3, 6 e 12 mesi.
Risultati e conclusioni. Sono stati inclusi 50 pazienti (40 M) con età media di 73.9 ± 9 anni. 30 pazienti con uno scambio notturno con icodestrina, 7 con 2 scambi/die, 13 con 3-4 sessioni settimanali di APD notturna. Durante il primo anno funzione renale e diuresi sono rimaste stabili (GFR da 21 ± 10.3 ml/min a 22.7 ± 14 ml/min; diuresi da 1334 ± 557 ml/24h a 1410 ± 651 ml/24h). La FE è aumenta del 10% (p< 0.01) e la pressione polmonare è diminuita da 47.3 ± 9.18 a 35.3 ± 6.09 (p<0.001), con un concomitante miglioramento della classe NYHA. I giorni di ospedalizzazione si sono ridotti da 43 ± 3 a 11 ± 17 giorni/paziente/anno (p< 0.0001). La peritonite è stata la sola complicanza associata alla tecnica (1 episodio/45mesi/paziente). 37 pazienti sono deceduti dopo un tempo medio di 24 ± 15 mesi, con una sopravvivenza dell’86% ad un anno, del 56% a due anni.
Questo studio multicentrico italiano ha confermato che l’UFP è un’adeguata e vantaggiosa metodica per il trattamento dello SCC.