I cateteri venosi tunnellizzati (CVC-T) rappresentano una valida alternativa all’allestimento di una fistola artero-venosa nei pazienti con esaurimento del patrimonio vascolare nativo. La loro sicurezza d'impiego e la loro durata nel tempo, tuttavia, sono strettamente dipendenti dalla capacità di prevenire l'insorgenza di infezioni e di complicanze trombotiche. Presentiamo i dati relativi all’incidenza di infezioni nei pazienti portatori di CVC-T in trattamento dialitico presso il nostro centro nel 2013.
Nel nostro centro è attiva dall’inizio del 2013 una scheda per la raccolta dei dati di follow up dei CVC-T che viene aggiornata ad ogni seduta dialitica. Abbiamo così potuto valutare in modo sistematico tutti i dati relativi alla comparsa di infezioni dell’emergenza/tunnel del CVC-T e di batteriemie.
Sono stati analizzati i dati relativi a complessivi 62 CVC-T in 55 pazienti. L’incidenza di infezione dell’emergenza/tunnel è risultata pari a 1.34/1000 giorni catetere ed è stata documentata un' incidenza di batteriemie di 0.87/1000 giorni catetere. I batteri più frequentemente responsabili delle infezioni sono stati: Stafilococco Aureo, Stafilococco Epidermidis, Enterobacter ed Escherichia Coli. In due casi si è resa necessaria la rimozione del CVC-T.
I nostri risultati si collocano nell’area dell’eccellenza (linee guida EBPG 2007 e KDOQI 2006) e testimoniano il grande impegno messo in atto per la prevenzione delle infezioni correlate ai CVC-T.
Ciò potrebbe dipendere da:
Riteniamo che rivesta grande importanza anche la registrazione di tutti gli eventi sulla scheda di follow-up che è uno strumento indispensabile per eseguire annualmente un audit sulla qualità delle performance del centro dialisi.