Il catetere venoso centrale permanente (CVCp) rappresenta l’accesso vascolare utilizzato sempre più frequentemente nei pazienti in emodialisi. La più temuta complicanza è la CRBSI. In caso di fallimento della terapia antibiotica è necessario sostituire il CVCp, manovra a volte non priva di complicanze.
Scopo del lavoro è confrontare, in pazienti con CRBSI, l’efficacia della terapia antibiotica sistemica (TAS) e la stessa associata alla chiusura del CVCp con antibiotico (TAS+LOCK).
Dal gennaio 2008 ad aprile 2014 studiati 183 pazienti con CVCp. Dal gennaio 2008 al dicembre 2011 documentati 48 casi di CRBSI trattati con TAS (coorte 1 di riferimento); dal gennaio 2012 ad aprile 2014, 36 casi trattati con TAS+LOCK (coorte 2). La tabella riassume le caratteristiche delle coorti ed i germi isolati con le percentuali di successo delle terapie.
L’analisi statistica è stata eseguita con la regressione di Poisson, ove la variabile dipendente è il numero di rimozioni di CVCp per CRBSI. Il modello includeva come variabili di controllo: obesità, diabete, età dialitica ed anagrafica (discretizzate).
Rimossi 15 CVCp (11 coorte 1 e 4 coorte 2). La rimozione del CVCp è stata dovuta alla persistenza di CRBSI dopo 4 giorni, alle recidive di CRBSI e alla presenza di metastasi settiche.
Gli antibiotici principalmente utilizzati : vancocina (50%), gentamicina (25%), teicoplanina (14%).
La durata della terapia è stata di almeno 21 giorni.
Le variabili statisticamente significative sono la coorte con un Incidence Rate Ratio (IRR) 0.31 (p=0.02) ed età anagrafica con IRR 0.18 (p=0.006).
I pazienti trattati con TAS+LOCK hanno una IRR di rimozione del CVCp inferiore di circa il 70% rispetto all’altro gruppo. La TAS+LOCK consente buone percentuali di successo sia sui gram positivi che negativi ad eccezione dello Pseudomonas e della flora polimicrobica. Rimane fondamentale l’aspetto della prevenzione, inclusa la sorveglianza, nel riconoscere e trattare precocemente una CRBSI.