Alcune molecole circolanti di derivazione ossea, assumerebbero un ruolo attivo nelle interazioni tra osso, rene e vasi. La CKD potrebbe alterarne le concentrazioni umorali. Oltre al più noto FGF-23, anche la sclerostina potrebbe essere implicata nei processi di calcificazione vascolare. Essa viene secreta principalmente dagli osteociti e rappresenta un importante inibitore di Wnt, interferendo con i sistemi di segnaling nella parete del vaso.Recentemente è stato riportato che la sclerostina avrebbe un ruolo chiave nei processi di calcificazione della fistola artero-venosa dei soggetti emodializzati, ma non risultano molti dati di correlazione con altri tipi di calcificazioni vascolari.
Considerando che i depositi di “calcio coronarico” rappresentano il più importante dei fattori di rischio comunemente testati, con un potere predittivo positivo variabile dal 20 al 35% ed un potere predittivo negativo vicino al 100%, abbiamo dosato la sclerostina nel siero di 15 soggetti uremici cronici emodializzati, prelevando i campioni ematici sia prima che dopo una seduta di emodialisi standard e determinando per ogni paziente l’Agatston Score mediante EBCT.
Il nostro obiettivo è stato quello di valutare se: 1) i pazienti emodializzati hanno più elevati livelli di sclerostina rispetto alla popolazione sana; 2) se l’entità delle loro eventuali calcificazioni vascolari possa essere correlata con i livelli sierici di sclerostina; 3) se i livelli sierici di modificano in rapporto alla seduta emodialitica. La ricerca ha anche preso in esame: sesso, età anagrafica, età dialitica, alterazioni metaboliche primitive: diabete, dislipidemia, nonché i parametri “classici” del metabolismo Ca-P: calcemia, fosforemia, PTH e Vitamina D.
I risultati fin’ora ottenuti, pur essendo riferiti ad una casistica ridotta, sembrano confermare che i valori sierici di sclerostina tendono ad essere aumentati in dialisi. Ci attendiamo che lo sviluppo della nostra ricerca permetta di trarre altre conclusioni.