La mesalazina (5-ASA) è ampiamente utilizzata per la terapia di mantenimento della malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI); per quanto generalmente ben tollerata, può manifestare effetti nefrotossici. Descriviamo tre casi clinici di pazienti affetti da MICI in trattamento con mesalazina giunti alla nostra attenzione per insufficienza renale acuta.
Tre pazienti maschi di età compresa tra 20-30 anni, affetti da rettocolite ulcerosa da circa 3 anni, in trattamento con Mesalazina e in fase di remissione per la malattia intestinale. I pazienti presentarono improvviso peggioramento degli indici di funzionale renale (creatininemia 1.4-2.3 mg/dl,e GFR: 40 ml/min, proteiunuria negativa) associato a leucositosi eosinofila in due pz e mialgie e febbre nel terzo; fu eseguita biopsia renale che evidenziò in tutti i casi un quadro di nefrite tubulo-interstiziale acuta.
Dei tre pazienti, uno fu trattato con prednisone per os 0.5 mg/Kg/die, gli altri due con boli di metilprednisolone (500 mg/die) per tre giorni e successivamente con prednisone per os; si è poi proceduto al tapering dello steroide, in tutti e tre i pazienti, per un periodo totale di 24 settimane. Il 5-ASA fu sospeso solo in due pazienti.
Il miglioramento e la stabilità della funzione renale è stata subito ottenuta nei primi due (creatininemia 1.2-1.6 mg/dl), mentre nel terzo paziente si è osservata solo dopo sospensione di 5-ASA ad un anno dalla diagnosi.
In pazienti con MICI in trattamento con salicilati è necessario monitorare precocemente e nel follow-up la funzione renale e ,nel caso di un peggioramento rapido, nel sospetto di una nefrite interstiziale acuta, è auspicabile una diagnosi istologica con successiva terapia steroidea e sospensione immediata di 5-ASA.