La SEUa, una malattia rara causata da attivazione incontrollata del complemento, provoca microangiopatia trombotica (TMA) sistemica, ischemia e grave danno d’organo. I risultati con plasmaferesi/infusione di plasma sono scarsi.
L’eculizumab, un inibitore del complemento terminale, è il primo e unico farmaco approvato per il trattamento della SEUa. Qui riportiamo i risultati del maggiore studio clinico su efficacia e sicurezza dell’eculizumab nella SEUa.
Studio aperto, prospettico in adulti con SEUa. I criteri d’inclusione comprendevano piastrine <150 x109/L, LDH≥1,5 x limite superiore normalità (LSN) e creatininemia (sCr) >LSN allo screening, non era richiesta l’identificazione di una mutazione del complemento. Obiettivo primario era la porzione di pazienti con remissione completa della TMA (normalizzazione di piastrine e LDH e incremento rispetto al basale di creatinina <25%) a 26 settimane.
Dei 41 pazienti trattati con eculizumab (età 40,3 anni, 68% femmine, 73% di nuova diagnosi), 38 (93%) hanno completato 26 settimane di terapia. Allo screening 20 pazienti (49%) non avevano mutazioni note del complemento o anticorpi contro il CFH e le medie (SD) di conta piastrinica e sCr erano rispettivamente 119,1 (66,1) x109/L e 4,6 (3,0) mg/dL. L’eculizumab è stato iniziato entro 2 settimane (mediana) dall’inizio delle manifestazioni cliniche e i risultati sono riportati nella tabella. 20 (83%) dei 24 pazienti in dialisi hanno sospeso la terapia dialitica durante lo studio, 5 nelle tre settimane precedenti la prima dose di eculizumab. La maggioranza degli eventi avversi era lieve o moderata. Due pazienti hanno avuto infezione meningococcica che si è risolta e uno continua l’eculizumab.
In adulti con SEUa, l’inibizione sostenuta con eculizumab della TMA complemento-mediata comporta miglioramenti clinicamente significativi dei risultati ematologici e renali. Non ci sono stati problemi inattesi di sicurezza del farmaco. E’ importante quindi una diagnosi precoce e l’avvio della terapia con eculizumab nei pazienti con SEUa.