Risulta fondamentale ottimizzare la stima del peso secco, non solo tramite valutazione clinica, ma con strumenti quanto più precisi possibile per migliorare la tolleranza cardio-vascolare e la sopravvivenza. Scopo di questo lavoro è valutare l’utilita’ di due metodiche, bioimpedenziometria (BIA) e comete polmonari.
Abbiamo valutato 54 pazienti (31 uomini, 23 donne) età media pari a 67 anni, in trattamento presso l’ambulatorio di Emodialisi, di cui 44 con ritmo trisettimale (di 4 ore) e 10 quotidiano (di 2 ore) dello stesso turno. La valutazione è stata effettuata alla fine dell’ultima seduta dialitica settimanale e all’inizio della prima seduta della settimana successiva tramite esecuzione di biompedenziometria (strumento AKERN BIA 101) e studio ecografico delle comete polmonari mediante sonda lineare 7,5 MHz.
Sulla base dell’analisi bioimpedenziometrica erano considerati iperidratati tutti quei pazienti al di sotto dell’ellisse di tolleranza del 50%, mentre con lo studio ecografico polmonare quelli con comete polmonari rilevate in 28 spazi intercostali ≥ 15. Mediante BIA l' iperidratazione era presente in 21 dei 51 pazienti in esame (41,18%), di cui solo 6 confermati dallo studio ecografico polmonare. Mediante valutazione con comete sono risultati iperidratati solo 7 pazienti (13,73%) di cui solo 1 confermato dalla BIA. Inoltre l’incremento ponderale (Kg) interdialitico rilevato tramite letto-bilancia non correlava in maniera statististicamente significativa con l’aumento del acqua stimata (L) con la BIA.
Dalla nostra esperienza la BIA risulta essere la metodica più affidabile e pratica per la valutazione dello stato di idratazione del paziente emodializzato. Le comete probabilmente non stimano la componente idrica, ma rispecchiano uno stato di congestione cardio-indotto. L’approccio grafico risulta più utile della stima quantitativa in litri dei liquidi, che non dovrebbe essere usata per determinare il calo ponderale in dialisi.