Il deficit di vitamina D e il danno aterosclerotico carotideo sono noti predittori di eventi cardiovascolari in pazienti con ipertensione arteriosa (IAE).Scopo dello studio è stato valutare la relazione tra deficit di vitamina D e marcatori di aterosclerosi carotidea subclinica in pazienti con IAE
Sono stati reclutati 167 pazienti con IAE non trattati, non diabetici, con età media di 47±10 anni. Oltre ai comuni parametri ematochimici, sono stati valutati i livelli sierici di 25-OH vitamina D (25OH-D) e paratormone. Inoltre, mediante ultrasonografia carotidea, sono stati misurati spessore medio-intimale (IMT), presenza e numero di placche aterosclerotiche, area trasversale della carotide e spessore relativo di parete
Valori di vitamina D non carenti (> 30 ng/ml) erano presenti soltanto nel 16% dei pazienti. La 25OH-D è risultata correlata positivamente con l’IMT (P=0.0104). Le analisi di regressione lineare multipla hanno mostrato come la 25OH-D sia un predittore indipendente dell’IMT carotideo (P=0.0292). Stratificando i soggetti sulla base dei valori di 25OH-D (≥ o < 20 ng/ml), è risultato che i pazienti con deficit di vitamina D avevano valori maggiori di IMT (P=0.0497), di area della sezione trasversale carotidea (P=0.0434) e di spessore relativo di parete (P=0.0497). Inoltre, presentavano aumentata prevalenza di placche (P=0.0445) e aterosclerosi carotidee (P=0.0443). Le analisi di regressione logistica hanno dimostrato come il rischio di presentare aterosclerosi carotidea fosse più che raddoppiato quando i livelli di vitamina D erano <20 ng/dl, pur aggiustando per potenziali fattori confondenti
Il deficit di vitamina D è associato alla presenza di aterosclerosi carotidea nell’IAE. Questi dati estendono quelli già esistenti sull’associazione di bassi livelli di vitamina D con l’aterosclerosi subclinica nella popolazione generale e in sottogruppi ad alto rischio. Tali risultati attribuiscono alla vitamina D un ruolo come marcatore di rischio cardiovascolare, suggerendone l’utilizzo nella stratificazione del rischio dei pazienti ipertesi.