Il deferasirox è un ferrochelante orale usato per evitare il salasso terapeutico nei pazienti affetti da iperferritinemia. Riportiamo 2 casi di disfunzione del rene trapiantato dopo trattamento con deferasirox.
In due pazienti portatori di trapianto di rene con funzionalità renale buona (creatininemia attorno a 1.0 mg/dl) svilupparono iperferritienemia importante rispettivamente dopo 6 e 1 anno dal trapianto. Entrambi i pazienti iniziarono trattamento con deferasirox al dosaggio di 750 mg/die come da indicazione ematologica
Il paziente 1 dopo poche settimane dall'inizio del deferasirox ha presentato un calo della ferritinemia da 1074 a 569 ng/ml. In contemporanea si è assistito ad un aumento della creatinina sierica da 1,1 mg/dl a 2.4 mg/dl associata a segni di disfunzione tubulare (glicosuria, ipouricemia) senza aumento della proteinuria (< 500 mg/24 ore). L'iter diagnostico per la disfunzione del trapianto non evidenziò anormalità particolari. Una biopsia renale rivelò dei reperti lievi e aspecifici . Dopo la sospensione del deferasirox si è avuta una regressione delle alterazioni tubulari e la creatininemia è tornata ai livelli iniziali.
il paziente 2 dopo l'inizio del deferasirox ha avuto un calo della ferritinemia da 1358 a 365 ng/ml. In contemporanea però ha sviluppato una sindrome tubulare con glicosuria (50mg/dL), ipofosforemia (2,6 mg/dl) , e proteinuria di circa 500 mg/24 ore. La creatinina sierica è rimasta stabile intorno a 0,8 mg/dl. Dopo la sospensione del deferasirox la glicosuria, la proteinuria e l'ipofosforemia si sono risolte.
E' riportato che circa 1/3 dei pazienti che assumono il deferasirox presentano un aumento della creatinina attorno al 30% spesso associata a segni di disfunzione tubulare tipo sindrome di Fanconi. Raramente alcuni pazienti hanno sviluppato un grave danno acuto renale che ha richiesto il trattamento emodialitico temporaneo o definitivo. L'uso del deferasirox dovrebbe essere sconsigliato nei pazienti nefropatici e nei trapiantati di rene.