Il golden goal della terapia immunosoppressiva è rappresentato dalla tolleranza immunitaria, il cui raggiungimento è in parte mediato dall’aumento dei linfociti T regolatori (T-REG). Vi è evidenza clinica che il sirolimus aumenti il numero dei T-REG circolanti, ma non vi sono dati definitivi circa gli effetti sui T-REG di EVE che, per il suo peculiare legame alle isoforme di mTOR, potrebbe essere un più forte induttore di tale sottopopolazione linfocitaria
Per questo studio prospettico sono stati arruolati RTRs in condizioni cliniche ed immunologiche stabili e da almeno 12 mesi in trattamento con inibitori delle calcineurine (CNI). Dopo una valutazione basale (T0), la dose del CNI è stata dimezzata ed EVE è stato gradulamente inserito in terapia; dopo 3 mesi il CNI è stato completamente sospeso, ed i dosaggi di EVE modulati per mantenere trough levels del farmaco compresi tra 6 e10 ng/ml. Dopo 3 mesi di stabilizzazione con EVE senza CNI i parametri immunologici e clinici sono stati rivalutati (T6).
I dati preliminari della valutazione fenotipica, condotta su sangue venoso periferico di 14 pazienti a T0 e T6, hanno dimostrato che il trattamento con EVE non altera la percentuale di linfociti T-CD8 e T-CD4, né quella dei linfociti B, NK e NKTi rispetto alla terapia iniziale con CNI, ma è associato ad un significativo incremento dei T-REG (p<0.01). Il pattern citochinico, inoltre, rivela significativi decrementi nella produzione di molecole pro-infiammatorie come interferon-γ ed IL-17 (p<0.001). La funzione renale non si è modificata nel corso del follow-up. In un paziente si è osservata la comparsa di proteinuria (<3g/die) e 2 ulteriori pazienti hanno mostrato effetti collaterali per cui sono usciti dallo studio.
Rispetto all’immunosoppressione con CNI, questi dati suggeriscono che lo shift ad EVE determina un incremento significativo delle cellule T-REG associato ad un importante decremento di alcuni mediatori dell’infiammazione.