La presenza di un braccio elefantiasico omolaterale a FAV al III medio dell’avambraccio sn (circonferenza omerale max cm 42), in un pz di 89 anni diabetico da 50 in trattamento insulinico, portatore di pacemaker, con uremia terminale da circa 36 mesi, ripetutamente operato per FAV sn, ha consigliato uno studio angiografico nell’ottica di salvaguardare l’accesso vascolare e di eliminare la eventuale stenosi causa di sofferenza al pz, e di ricircolo della FAV con conseguente scarsa efficienza dialitica.
In Angiografia dopo studio per via femorale arteriosa della FAV, mediante accesso venoso femorale Dx è stato posizionato un catetere SIM1, proseguito soltanto sino al III prossimale della vena succlavia senza potere cateterizzare la stenosi sia per dilatazione poststenotica che per il vivace flusso centripeto sostenuto dalla FAV.
Tale situazione è stata superata mediante venipuntura della FAV al III prossimale dell’avambraccio posizionando introduttore da 7 fr., catetere da 5Fr e guida idrofilica che agevolmente superava la stenosi progredendo per atrio dx fino alla cava inferiore su cui è stato posizionato palloncino da mm 9 dilatato a 10 atm
Le normali dimensioni dell’arto a 6 mesi e la normofunzionalità della FAV di nuovo utilizzata, confermavano la procedura ed ulteriori informazioni successivamente assunte dalla Casa costruttrice del pacemaker, rassicuravano gli operatori sulla eventuale possibilità di posizionamento di stent su elettrocatetere.
Le normali dimensioni dell’arto a 6 mesi e la normofunzionalità della FAV di nuovo utilizzata, confermavano la procedura, ulteriori informazioni assunte successivamente dalla Casa costruttrice del pacemaker, rassicuravano gli operatori sulla eventuale possibilità di posizionamento di stent su elettrocatetere.