Il RFC, difetto anatomico congenito del rene, ricorre nello 0.25% della popolazione ed è caratterizzato generalmente dalla fusione dei poli inferiori dei due reni attraverso un istmo, a cui possono associarsi anomalie urogenitali e dei vasi renali. Asintomatico in 1/3 dei casi e scoperto casualmente nel corso di un esame radiologico, favorisce la calcolosi renale (CR), l’ostruzione del giunto pieloureterale, l’idronefrosi (ID), la pielonefrite (P) e le neoplasie renali.
Riportiamo i casi clinici di due pazienti (pz) con RFC complicato da CR, insufficienza renale acuta (IRA), P e stato settico.
1° caso clinico: M, 55 anni, ricoverato per iperpiressia (IP), IRA, squilibrio idroelettrolitico (SIE), acidosi metabolica, oligoanuria (A). Durante la degenza episodio di fibrillazione atriale. Emocoltura positiva per Escherichia Coli. TAC Addome (TC): RFC, ID bilaterale, a destra CR a stampo ed estesi segni di P. Dopo stent ureterale (SU), antibioticoterapia (AT) e reidratazione, miglioramento clinico e laboratoristico, seguito da intervento di eminefrectomia (EN).
2° caso clinico: F, 56 anni, in anamnesi RFC, ipertensione, diabete, CR e pregressa EN, ricoverata per IP, dolore addominale, A, IRA, SIE, diabete scompensato. TC: CR, doppio distretto caliceale, cavità ascessualizzata perirenale sinistra, ID. Netto miglioramento dopo SU, drenaggio percutaneo dell’ascesso e prolungata AT. Minima recidiva dopo 1 mese.
I casi clinici descritti rimarcano la severità delle CNU nei pz con RFC che non rappresenterebbe pertanto solo una semplice anomalia di fusione ma una condizione meritevole di una attenta sorveglianza clinica e strumentale.