Le complicanze ipertensive della gravidanza costituiscono un problema importante; la maggiore attenzione alle malattie renali croniche è un elemento che permette spesso diagnosi precoci, in particolare in pazienti con proteinuria diagnosticata nella prima metà della gravidanza, come evidenziato dal caso discusso.
Case report.
Paziente di anni 34, giunta all’osservazione nefrologica alla 27ma settimana della 3° gravidanza per comparsa già dalla 12ma settimana di PTO 24h patologica (0,6 gr/die) ed ipertensione. Precedenti gravidanze complicate da prematurità (1° nel 2002 parto 34ma settimana; 2° nel 2012 parto 36ma settimana, ipertensione in puerperio).
Agli accertamenti: creatinina 0,41 mg/dL, iperfiltrazione spiccata (BCrC 258 ml/min) e proteinuria 24 h 1,3 gr/die; LAC negativo; ACA IgM e Ab antiB2GP1 IgM positivi. All’ecografia reni con scarsa differenziazione corticomidollare. All’ecografia ostetrica valori biometrici fetali e dopplerflussimetria nella norma. Avviata dieta moderatamente ipoproteica vegana supplementata con alfachetoanaloghi (1cp ogni 8-10 Kg di peso), terapia antiipertensiva con alfametildopa ed eparina basso p.m.
Dopo 1 mese (31ma settimana) riduzione della proteinuria 0,4 gr/die e dell’iperfiltrazione (BCrC 114 ml/min), ottima compliance (azoturia 5 g/die), buon controllo pressorio. Parto vaginale indotto alla 37ma settimana, neonato sano, peso 3.070 g (adeguato per età gestazionale).
Controllo post-partum: creatinina 0,8 mg/dL BcrC 100 ml/min PTO 24h 0,32 gr/die, confermata positività per Ab antiB2GP1 ed ACA.
Nell’ambito di follow up congiunto nefrologi/ginecologi, la comparsa di proteinuria significativa ed ipertensione precoci in gravidanza possono essere spia di nefropatia o collagenopatia misconosciuta o latente. Controllo stretto della pressione, riduzione dell'iperfiltrazione mediante dieta vegana supplementata e trattamento, ove possibile, della malattia di base possono permetter di proseguire la gravidanza riducendo i rischi materno-fetali. In questo contesto, la ricerca di anticorpi anti-fosfolipidi può permettere di evidenziare e trattare casi con esordio atipico paucisintomatico, sinora poco descritto.