Lo studio collaborativo multicentrico europeo VALIGA, effettuato su 1147 pazienti affetti da nefrite idiopatica a depositi IgA (IgAN) ha validato il valore predittivo di lesioni osservate alla biopsia renale (ipercellularità mesangiale-M-, proliferazione endocapilllare-E-, glomerulosclerosi segmentale-S-, atrofia tubulare/fibrosi interstiziale-T-, acronimo MEST) sull’esito a lungo termine, indipendentemente dai dati clinici alla biopsia renale o durante il follow-up.
Scopo di questo studio è stato di identificare in un sottogruppo di giovani arruolati in VALIGA, un modello combinato di fattori di rischio clinici ed anatomo-patologici di progressione con perdita di funzione renale o sviluppo di proteinuria elevata.
Nella casistica erano compresi 261 bambini e giovani di età <23 anni (mediana 15.6, IQR 11.7-19.1). Abbiamo adottato modelli di alberi di regressione-classificazione per identificare sottogruppi di pazienti sulla base dei seguenti esiti finali: a) 15 anni di sopravvivenza all’end-point combinato (riduzione del 50% del filtrato glomerulare stimato, eGFR, o ESRD) e b) proteinuria media durante il follow-up. Le differenze sono state valutate rispettivamente con analisi di Cox o regressione lineare.
La Figura1A mostra che i soggetti giovani con IgAN a maggiore rischio di evento combinato erano quelli con ipercellularità mesangiale (gruppo High-Risk; sopravvivenza =46.8%, p<0.001 vs. gruppo Low-Risk), seguiti dai casi con proteinuria ≥0.4 g/die/1.73m2 e eGFR <90 ml/min/1.73m2 in assenza di lesioni proliferative mesangiali (gruppo Medium-Risk, sopravvivenza=56.5%, p=0.009 vs Low-Risk) e pazienti con proteinuria <0.4 g/die/1.73m2 e eGFR >90 ml/min/1.73m2 (gruppo Low-Risk, sopravvivenza=90.3%).
Inoltre i casi che nel follow-up avevano persistenza di proteinuria elevate erano positivi per ipercellularità mesangiale alla biopsia renale (p<0.0001) o con eGFR <90 ml/min/1.73m2 (p=0.0007 Figura1B).
In conclusione, ipercellularità mesangiale, proteinuria alla biopsia renale ≥0.4 g/die/1.73m2 con funzione renale <90 ml/min/1.73m2 rappresentano i principali fattori predittivi per la progressione della IgAN nei giovani. La combinazione di dati clinici ed anatomo-patologici può fornire fattori di rischio utili per guidare le scelte terapeutiche.