La DTI utilizza il segnale dell’acqua in un campo magnetico per ottenere informazioni che ne riflettono il movimento nei tessuti. Le strutture cellulari influenzano il movimento casuale dell’acqua e modificano il coefficiente di diffusione apparente (ADC) che è minore di quello dell’acqua pura. La DTI è già utilizzata per valutare il danno assonale, l’ischemia cerebrale e cardiaca; studi sull’ecefalo e i muscoli dimostrano come l’anisotropia di diffusione (FA) dell’acqua dipende dall’ultrastruttura dei tessuti sottostanti. È di grande interesse scientifico, poiché fornisce informazioni sull’architettura renale senza l’impiego di MdC contrariamente alle metodiche tradizionali. Per creare l’immagine trattografica viene utilizzato un modello tridimensionale di diffusione anisotropica che descrive dimensione e lunghezza del vettore nelle tre dimensioni.
Sette volontari: tre sani, uno trapiantato di rene con normo-funzione renale, uno affetto da rene policistico e IRC stadio IV, uno in emodialisi da 10 anni, uno affetto da glomerulonefrite lupica e funzione renale normale sono stati esaminati con una sequenza di imaging eco-planare con trigger respiratorio utilizzando un magnete ad alto campo (3T MRI Scanner – Achieva – Philips). Le valutazioni di diffusione sono effettuate utilizzando un valore di b pari a 1000 s/mm2 a 15 e a 32 direzioni. Abbiamo valutato FA ed ADC e analizzato la correlazione tra il livello della funzionalità renale dei soggetti studiati, FA e ADC.
Pochissimi autori hanno usato questa metodica per studiare il rene. Dai dati finora raccolti possiamo affermare che la DTI senza l’ausilio del MdC ottiene immagini che ricalcano perfettamente l’ultrastruttura tubulare renale figure 1. Inoltre FA ed ADC correlano positivamente con il valore di funzionalità renale calcolato con la clearance della creatinina e appaiono diversi per i soggetti sani e quelli affetti da IRC.
La DTI associata alla trattografia è utile per valutare le patologie con interessamento della microarchitettura renale.