Con un nostro precedente studio abbiamo dimostrato che la diagnostica cardiologica prolunga significativamente i tempi per l’inserimento in lista di attesa(LA) di trapianto renale da donatore deceduto dei pazienti in trattamento sostitutivo,specie di quelli di età più avanzata.Scopo di questo lavoro è stato quello di studiare gli effetti della unificazione dei percorsi diagnostici cardiologici relativi ai dializzati sulla durata del loro processo di immissione in LA.
Dal 2011 nella nostra regione è stata adottata una flow- chart condivisa tra cardiologi,anestesisti,chirurghi e nefrologi dei 7 Centri dialitici afferenti al nostro Centro Regionale di Trapianto Renale (CRT). Sono stati raccolti ed analizzati retrospettivamente i dati di 342 pazienti inseriti in LA presso il nostro CRT tra il 2007 e il 2010(gruppo A) e 214 inseriti tra il 2011 e il 2013 (gruppo B) .
La durata del percorso di immissione è stata considerata come il tempo intercorso tra l’inizio del trattamento dialitico e l’inserimento finale in LA.Per lo studio dei fattori associati all’outcome”inserimento in lista” è stato utilizzato il modello di Cox con shared frailty.
La mediana della durata del processo di inserimento è risultata superiore nel gruppo A rispetto al gruppo B (14.3,CI 95%:13,2-14.9 vs 11.4,CI 95%:10.9-11.5 mesi ,p<0.01).
Analizzando i dati con il modello di Cox con shared frailty il tempo necessario per l’immissione in LA è risultato inferiore nei pazienti per i quali è stata utilizzata la flow-chart condivisa (p<0.04).
Come é ben noto la durata della permanenza in dialisi condiziona negativamente gli outcomes clinici dopo il trapianto renale e per questo è importante ridurre il più possibile il tempo necessario per l’inserimento in LA.Il nostro studio suggerisce che l’adozione di un protocollo multidisciplinare condiviso per la diagnostica cardiologica dei dializzati riduce significativamente la durata del loro processo di inserimento in LA di trapianto renale.