Il paziente in trattamento emodialitico con positività HBsAg è considerato a tutti gli effetti affetto da virus dell’epatite B (HBV) e va sottoposto a terapia sostitutiva in ambiente contumaciale. Tale misura preventiva e gli interventi clinici collegati devono essere eseguiti previa esclusione dei fattori di interferenza sul risultato sierologico.
In data 2 e 3 ottobre 2013 sono stati sottoposti a vaccinazione con Fendrix® 10 pazienti in trattamento emodialitico cronico presso il nostro Centro (9 pazienti: 1° dose; 1 paziente: richiamo). Nessuno dei soggetti presentava alterazione dei sieroenzimi e dei parametri funzionali epatici.
In data 7 e 8 ottobre 2013 tutti i pazienti in trattamento emodialitico sono stati sottoposti ai routinari controlli ematochimici mensili, comprendenti anche la ricerca dell’HBsAg. L’analisi dei risultati degli esami faceva rilevare in 6 pazienti sottoposti alla vaccinazione una positività per HBsAg. Nei soggetti non sottoposti a vaccinazione non risultava alcuna positività. Dopo alcuni giorni, in 3 dei 6 pazienti HBsAg positivi si evidenziava un aumento delle gammaGT. Nell’ambito delle indagini di secondo livello, la valutazione qualitativa dell’HBV-DNA risultava negativa in tutti i 10 pazienti sottoposti a vaccinazione. Entro 28 giorni dalla somministrazione del vaccino venivano dimostrate una negativizzazione dell’HBsAg in tutti i pazienti ed una normalizzazione dei sieroenzimi epatici nei 3 soggetti sovracitati.
In letteratura sono presenti segnalazioni che riportano una immediata e temporanea positività dell’HBsAg, verosimilmente secondaria a rallentata neutralizzazione dell’antigene, nei pazienti sottoposti a emodialisi e vaccinati con Engerix-B®, con percentuali comprese tra il 10 e il 30%. In merito non sono reperibili note bibliografiche riferibili alla vaccinazione con Fendrix®.
Allo scopo di evitare errori diagnostici e conseguenti atti clinico-organizzativi inutili, i nostri risultati suggeriscono di non screenare i pazienti per HBV nelle 4 settimane seguenti alla vaccinazione e comunque di prestare attenzione all’interpretazione di eventuali alterazioni dei sieroenzimi epatici entro questo spazio temporale.