Nel 2007 Mendelssohn pubblicò un interessante articolo di critica al modello di dialisi peritoneale (DP) assistita proposto in precedenza dal canadese Oliver, delineando alcuni possibili scenari di sviluppo di un sistema di dialisi domiciliare (DD) che prevedesse l’offerta contemporanea di DP e di emodialisi domiciliare (HDD) e contestando un eccessivo investimento di energie, risorse economiche e umane su pazienti poco autosufficienti invece di focalizzare l'attività su pazienti con maggior attitudine alla DD. Prefigurava scenari potenziali: uno senza particolari aspettative di espansione (modello canadese), uno negativo con DP e HDD competitive tra di loro, uno positivo e puntato su pazienti con attitudine in cui un programma DP forte e ben strutturato sosteneva la crescita della HDD.
Nella nostra esperienza DP e HDD convivono a partire dal forte programma di DP con investimento di risorse su pazienti con attitudine verso la HDD e la DP, ma nel contempo sostegno ai pazienti non autonomi con possibilità di DP. Si ritengono cruciali: la fase educazionale svolta in ambulatorio; la DP (in assenza di controindicazioni) offerta come primo tipo di trattamento; lo shift dei drop-out clinici della DP alla HDD; il supporto economico al paziente tramite D.G.R. Piemonte 8-12316 - 12.10.2009 che, risulta in un sistema di DD assistita alternativo a quelli riportati in letteratura (più tipologie care-giver eleggibili, minori costi, maggiore flessibilità); introduzione monitor HDD compatti, trasportabili.
Progressivo incremento prevalenza, stabilità incidenza (tab 1) DP e HDD.
Un forte programma di DP può trainare la crescita dell'HDD tramite: empowerment del paziente in fase pre-dialitica; “timing” appropriato per l’avvio del trattamento; forte esperienza del team dedicato alla DD; larga casistica; disponibilità di infrastrutture e team multidisciplinare dedicato; sostegno economico per i care-giver se appropriato; fermo impegno verso la DD dei clinici.