La patologia coronarica è la principale causa di mortalità dopo il trapianto di rene e sovente anche una malattia critica risulta essere asintomatica nel paziente dializzato: pertanto all’immissione in lista trapianto (LAT) lo screening cardiologico è solitamente molto aggressivo.
Inoltre la malattia cardiovascolare è qualitativamente diversa nei pazienti con CKD o ESRD se confrontata con la popolazione generale: infatti sono più comuni le aritmie e le calcificazioni vascolari, comprese quelle coronariche, che però sono sovente asintomatiche.
L'immissione in lista trapianto è un'occasione in cui spesso si esegue uno screening cardiologico, vascolare, infettivo e oncologico che i pazienti in dialisi normalmente non eseguono. È esperienza comune rilevare alterazioni ai test funzionali cardiaci in pazienti dializzati che si propongono per il trapianto: talora si procede con indagini di secondo livello, che in alcuni casi risultano positive e portano a procedure terapeutiche/preventive che altrimenti non sarebbero state eseguite.
Scopo dello studio è valutare quante indagini cardiologiche chieste esclusivamente per l’immissione in LAT di pazienti dializzati asintomatici siano risultate positive.
L'immissione in LAT è un processo complicato che talora richiede alcuni mesi per essere completato. Visto il rischio cardiovascolare -in particolare di calcificazioni coronariche- dei pazienti in dialisi e trapiantati, diversi Centri Trapianto propongono diverse strategie di screening cardiologico e cardiovascolare.
Nel nostro Centro Trapianti lo screening cardiologico è demandato in prima battuta ai Centri Dialisi che propongono i pazienti: tutti i pazienti con fattori di rischio cardiovascolare sono sottoposti ad una valutazione cardiologica al momento dell'immissione in lista.
In generale un test provocativo (scintigrafia o ecostress) e una valutazione cardiologica sono proposti ai candidati con i seguenti fattori di rischio:
Abbiamo analizzato retrospettivamente i dati dei pazienti asintomatici (Tabella 1) sottoposti a valutazione cardiologica presso il nostro Centro Trapianti dal 2011, con particolare attenzione alle indagini di secondo livello eseguite, ai loro risultati e alle procedure terapeutiche adottate.
Dei 154 candidati analizzati (Tabella 2), la valutazione cardiologica eseguita per l’immissione in LAT, ha posto indicazione in 27 casi (17.5%) a un ulteriore test provocativo presso il centro trapianti e in 43 casi (27.9%) a coronarografia.
Dei 27 pazienti sottoposti a test provocativo, 4 sono risultati positivi e quindi sottoposti a coronarografia.
Dei 47 pazienti (43+4) a cui è stata proposta una coronarografia (30.5%), disponiamo del risultato di 24, di cui 8 (33%) hanno necessitato di procedure di rivascolarizzazione.
Una diagnostica cardiologica aggressiva in pazienti dializzati asintomatici finalizzata all’immissione in LAT ha permesso di identificare i pazienti a più alto rischio, di cui il 33% delle coronarografie è risultato positivo: un iter simile potrebbe condurre ad una diagnosi precoce di cardiopatia nel paziente dializzato, indipendentemente dalla sua ammissibilità ad un programma di trapianto.
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