La fibrosi interstiziale è una delle cause di perdita progressiva del rene trapiantato. I meccanismi biologici alla base di questo processo sono molteplici e partono per lo più in una fase precoce del post-trapianto. E’ stato ampiamente descritto che il processo di transizione epitelio-mesenchimale (EMT) nelle cellule tubulari ha un ruolo chiave nell’insorgenza di fibrosi. l’EMT può essere bloccata inibendo l’eparanasi (HPSE) con eparine a basso peso molecolare (LMWH) quali il Sulodexide. Inoltre, l’EMT può essere regolata attraverso dall’Everolimus (EVR), un inibitore di m-TOR recentemente introdotto nella terapia immunosoppressiva post-trapianto.
Pertanto, scopo del nostro studio è stato quello di investigare se una terapia farmacologica con LMWH (Sulodexide) solo o in combinazione con EVR fosse in grado di regolare l’EMT in una linea di cellule tubulari renali sottoposte a ipossia.
Diverse tecniche biomolecolari sono state utilizzate per valutare la capacità del Sulodexide (50 mg/ml) e/o EVR (10 nM) di regolare l’espressione di alcuni marker di EMT [α-SMA, VIM, FN and matrix metalloproteinase-9 (MMP9)] e di TGF-beta in cellule tubulari prossimali renali umane in condizioni di ipossia.
24 ore di ipossia determinavano una iper-espressione di alpha-SMA, VIM, FN, MMP-9 e TGF-beta sia a livello genico che proteico. ll Sulodexide da solo o in combinazione con EVR riduceva significativamente l’espressione dei suddetti marker. L’EVE da solo non determinava significativi effetti anti-EMT.
Pertanto, i nostri risultati suggeriscono che il Sulodexide potrebbe contribuire a prevenire parte del danno fibrotico ipossico-mediato del graft presente in alcune condizioni cliniche post-trapianto.