La fav confezionata con i vasi nativi rappresenta l’accesso migliore per i pazienti da avviare all'emodialisi.
I pazienti incidenti hanno un’età anagrafica avanzata, sono spesso diabetici e pertanto affetti da vasculopatia polidistrettuale.
La creazione di una fav con vasi nativi al polso non è di semplice realizzazione e si deve ricorrere al confezionamento una fav prossimale. La fav middle arm, da realizzare all’avambraccio può rappresentare una valida alternativa.
Valutare la percentuale della fav middle arm rispetto al totale di quelle confezionate e la loro sopravvivenza nel tempo in due centri del Piemonte Orientale, che hanno operato la scelta di realizzare, come primo accesso oppure in seguito ad un insuccesso di una fav distale una fav middle arm prima di confezionarne una prossimale.
Abbiamo eseguito una analisi retrospettiva nel periodo compreso fra 01/01/2010 e 31/05 2013 sulle fav eseguite presso la Nefrologia e Dialisi di Verbania e Vercelli.
Sono state confezionate 201 fav artero-venose in 181 pazienti così suddivise: 98 fav distali (49%); 52 fav middle arm (26 %); 27 fav prossimali (13%); 24 fav protesiche (12%). I pazienti con fav middle arm avevano un’età media di 74.5 anni ed il 30% di essi erano diabetici.
L’analisi retrospettiva dei dati ha evidenziato: che le fav distali rimangono l’accesso di prima scelta, che l’utilizzo delle middle arm è più elevato rispetto alla media regionale (7.5 %, audit 2013) e che il numero delle fav prossimali appare ridotto. La sopravvivenza delle middle arm è stata a 6, 12, 24 mesi rispettivamente del 88.5%, 84.6% e 57.7%
Con i limiti dello studio retrospettivo e del numero campione, riteniamo che oggi la fav middle arm occupi un ruolo ben definito e non trascurabile nell’ambito della corretta pianificazione dell’accesso vascolare da confezionare per un paziente con quadro di uremia terminale in particolar modo se anziano.