L’incremento della sopravvivenza dei pazienti in dialisi non è bilanciato da una parallela sopravvivenza degli accessi vascolari confezionati con vasi nativi o protesici, risultando talora necessario un catetere a permanenza tunnellizzato e cuffiato per emodialisi (TCC) (Pantelias K, 2012) [1] (full text)(Pereira K, 2015) [2] (full text). Se le sedi tradizionali per il posizionamento percutaneo del TCC non sono utilizzabili per trombosi dei vasi, è indispensabile studiare l’impiego di sedi venose profonde non convenzionali con eventuale approccio chirurgico per il posizionamento del TCC.(Power A, 2010) [3] (full text).
Un paziente di 72 anni affetto da insufficienza renale cronica stadio 5D è stato sottoposto al posizionamento chirurgico di un TCC in vena iliaca comune destra previa laparotomia. Il paziente dal 2005 era stato sottoposto a dialisi peritoneale, dal 2008 a emodialisi per peritonite. Comorbidità: diabete mellito, fibrillazione atriale, cardiopatia ischemica cronica, defibrillatore con elettrocatetere trans succlavio a sinistra. La storia degli accessi vascolari del paziente comprende: 3 fistole semplici al braccio sinistro con vasi nativi e 1 fistola prossimale destra con bypass axillo-succlavio a destra, 1 TCC succlavio destro, 1 TCC femorale destro, 3 cateteri temporanei (CVC) per emodialisi. Il CVC impiegato in questo periodo era stato posizionato in vena femorale sinistra. Lo studio vascolare mediante angio TC toraco addominale mostrava ostruzione trombotica estesa di entrambi gli assi venosi axillo-succlavi, dell’asse femorale comune destro, della vena iliaca esterna destra e la trombosi pericatetere a livello del CVC femorale sinistro.
Il 26/04/2015 è stato posizionato un catetere centrale a permanenza in vena iliaca comune destra con approccio chirurgico laparotomico e sotto controllo radioscopico. È stato utilizzato un TCC Tandem-Cath (tipo Tesio) Covidien, bicannula, monolume, cannula arteriosa lunga 28 cm, cannula venosa lunga 31 cm, diametro di ciascuna cannula 10 F. Il TCC è stato tunnellizzato in sede sotto-fasciale nel tratto intra-addominale e in sede sottocutanea nel tratto inguinale. L’estremo intravascolare del TCC era posizionato in prossimità del passaggio vena cava inferiore-atrio destro. Nel periodo post-operatorio si è sviluppata una linforragia regredita senza complicanze infettive. Il TCC è stato impiegato dal giorno successivo al suo posizionamento ottenendo un flusso ematico nel circuito extracorporeo di 300 ml/min e normali pressioni dinamiche. Il paziente è stato dimesso dopo 15 giorni dall’intervento e continua ad usare il TCC a distanza di 5 mesi dal suo posizionamento.
Il TCC posizionato chirurgicamente in vena iliaca comune può essere considerato una soluzione definitiva nei pazienti che non presentano la possibilità di confezionamento di accessi vascolari convenzionali per emodialisi e che non possono essere indirizzati alla dialisi peritoneale.
[1] Pantelias K, Grapsa E Vascular access today. World journal of nephrology 2012 Jun 6;1(3):69-78 (full text)
[2] Pereira K, Osiason A, Salsamendi J et al. Vascular Access for Placement of Tunneled Dialysis Catheters for Hemodialysis: A Systematic Approach and Clinical Practice Algorithm. Journal of clinical imaging science 2015;5:31 (full text)
[3] Power A, Singh S, Ashby D et al. Translumbar central venous catheters for long-term haemodialysis. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2010 May;25(5):1588-95 (full text)
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