Il coinvolgimento osseo, è frequente in pazienti in trattamento dialitico. Il sistema Wnt/BetaCatenina, implicato nella regolazione del rimodellamento osseo è modulato dalla produzione dei suoi inibitori, quali il DKK1 e la Sclerostina (SOST). Scopo dello studio è valutare la possibile associazione tra i livelli di sclerostina ed il coinvolgimento osseo in pazienti in trattamento emodialitico (HD).
46 pazienti (13F ,33M) in trattamento emodialitico con età media di 67 aa. sono stati sottoposti a radiografia della colonna dorso lombare in LL per analisi semiquantitativa di Genant per le fratture vertebrali e per l’analisi delle calcificazioni vascolari mediante l’indice di Kauppila (score 0-24). Inoltre tutti i soggetti sono stati sottoposti al dosaggio sierico della vitamina D3 (25-OH-D3), calcemia (Ca), fosforemia (P), paratormone (PTH), osteocalcina (BGP), CTx e Sclerostina. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in relazione alla presenza o meno di almeno 1 frattura vertebrale.
I livelli di 25-OH-D3 siero erano significativamente più bassi nel gruppo HD rispetto al gruppo Ctrl. La prevalenza di insufficienza di vitamina D è stata del 69% nel gruppo DH e del 36 % nel gruppo di controllo con una differenza significativa (p<0.05). 19 pazienti presentavano almeno una frattura vertebrale con una prevalenza del 41%. Calcificazioni vascolari erano presenti nel 70% dei pazienti. Un'associazione statisticamente significativa è stata osservata tra l'insufficienza di 25-OH-D3 e le fratture vertebrali (p=0.002). I pazienti fratturati presentavano concentrazioni sieriche di sclerostina significativamente maggiori rispetto ai non fratturati (1.8 ng/ml vs 0,8 ng/ml; p<0.00001). Abbiamo evidenziato una correlazione tra l’indice di Kauppila e l’età (r=0,45; p<0,05).
I nostri dati hanno evidenziato una associazione significativa tra l’insufficienza di vitamina D3 e le fratture vertebrali. Inoltre elevati livelli di sclerostina sono associati ad un alto rischio di fratture vertebrali; alla luce di questo dato la sclerostina potrebbe diventare un biomarker di frattura vertebrale