Tenofovir è un inibitore nucleotidico della trascrittasi inversa impiegato nel trattamento dell’HIV. Può determinare insufficienza renale acuta (IRA) e disfunzioni tubulari. Viene eliminato a livello renale per filtrazione e secrezione nel tubulo contorto prossimale (TCP). Qui entra nella cellula in sede basolaterale e viene secreto nel lume tubulare attraverso MRP4 (Multidrug-resistance associated protein 4). L’accumulo del farmaco nel TCP determina danno mitocondriale e nefrotossicità. La contemporanea somministrazione di anti-infiammatori non steroidei (FANS) inibisce MRP4 con conseguente accumulo intracellulare di tenofovir e danno renale.
Riportiamo un caso di IRA per nefrotossicità da tenofovir in associazione all’assunzione di salicilato.
Paziente di 50 anni in trattamento antiretrovirale con triplice terapia (efavirenz, emtricitabina,tenofovir), ricoverato per IRA a diuresi conservata (creatinina 8,1 mg/dl, urea 148 mg/dl) ed anomalie urinarie (proteinuria 2,0 g/die, leucocituria, cilindruria-ialina, glicosuria). Esami immunologici ed infettivologici negativi. Concomitavano anemia ed ipertensione arteriosa. Ecograficamente reni di dimensioni conservate con corticale iperecogena.
Unico dato anamnestico rilevante l’assunzione di salicilato ad alte dosi per iperpiressia nelle settimane antecedenti il ricovero. Funzione renale normale pre-ricovero.
L’accertamento nefrobioptico mostrava una forma tubulo-interstiziale (fig 1), compatibile con i segni di tubulopatia prossimale in atto.
Venivano somministrati bicarbonato di sodio e acetilcistesteina (non steroide per rischio di interferenza con HIV) e si effettuavano tre emodialisi con spontaneo miglioramento della funzione renale (alla dimissione Creatinina 3.9 mg/dl, urea 101, ClCr 29 ml/min).
A marzo 2015 Crs 1,5 mg/dl.
Data la potenziale nefrotossicità dei farmaci antiretrovirali, in particolare di tenofovir, è opportuno valutare correttamente il filtrato glomerulare prima dell’avvio della terapia; durante il trattamento cronico occorre verificare regolarmente la comparsa di segni di nefrotossicità ed eventuali fattori che possono aumentarne il rischio. La somministrazione di FANS interferisce con la farmacocinetica di tenofovir, determinandone un accumulo intracellulare renale, ed aumenta il rischio di danno acuto e/o disfunzione tubulare.