Il blocco interatriale è una alterazione elettrocardiografica molto comune nei pazienti emodializzati1,2, così come nei pazienti ospedalizzati ultrasessantenni3. Il rallentamento della conduzione interatriale, che ne è alla base, potrebbe favorire l’insorgenza di aritmie sopraventricolari4,5.
La forma avanzata del blocco interatriale (Onda P di durata superiore a 120 ms con morfologia bifasica ± in DII, DIII, aVF) è riscontrata nei dializzati con frequenza maggiore (9-14%)1,2,6 rispetto alla popolazione generale (1-2%)7. In precedenza abbiamo ipotizzato che questa forma di blocco potesse contrassegnare pazienti con più compromesse condizioni cliniche1.
In una coorte di dializzati oggetto di precedente valutazione1 (esclusi due pazienti trasferiti e due trapiantati) è stata valutata la comparsa di fibrillazione atriale e l’evento ‘morte’ durante un follow-up di 22 mesi .
Le principali caratteristiche dei pazienti sono riportate in tabella.
N° Pazienti
età
Ipertensione
arteriosa
Cardiopatia
ischemica
Assenza di blocco
29
70.9±9.9
55%
27%
Blocco parziale
35
69.7±10.5
65%
40%
Blocco avanzato
7
69.0±16.2
71%
57%
La frequenza degli eventi è mostrata in tabella
Fibrillazione
atriale
Decesso
10.3%
31.0%
11.4%
31.4%
42.8%*
71.4%*
*p <0.05 versus “blocco parziale” e “Assenza di blocco” (test chi-quadro)
La curve di Kaplan-Meier relative all’intera coorte sono mostrate in figura (Rank-Log test p=0.052)
Sembra confermato il ruolo aritmogeno della forma avanzata del blocco interatriale anche nei pazienti in emodialisi. In questa popolazione il blocco avanzato, verosimilmente per la frequenza con cui si associa a patologie cardiovascolari, potrebbe identificare i pazienti con più elevata mortalità.
(1) Marano M. Int Urol Nephrol 2015; (2) Solak Y. Int Urol Nephrol 2013; (3) Ariyarajah V. Chest 2005; (4) Marano M. Ann Noninvasive Electrocardiol 2014; (5) Genovesi S. J Nephrol 2014; (6) Astan R. Ann Noninvasive Electrocardiol 2014; (7) Conde D J Electrocardiol 2015.