La Metformina è un antidiabetico estesamente utilizzato per l'ottimo effetto ipoglicemizzante, il basso rischio di ipoglicemia, una buona protezione cardiovascolare. Un limite al suo utilizzo è costituito dal rischio di acidosi lattica per GFR < 30 ml/min.
Paziente maschio di 69 anni, affetto da distrofia muscolare invalidante, DM tipo 2 in trattamento combinato (insulina-lispro, insulina-glargine, metformina 2 g/die), ipertensione arteriosa (Perindopril+Indapamide, Carvedilolo), IRC moderata (urea 57 mg%, creatinina 1,5 mg%, eGFR 45 ml/min).
Recente polipectomia colica endoscopica.
Dopo 4 giorni accesso in PS per oligoanuria e nausea.
I primi accertamenti documentavano marcata compromissione della funzione renale (urea 103 mg%, creatinina 6,56 mg%) con elettroliti nei limiti e severa acidosi metabolica (pH 7.17, bicarbonati 12.7 mmol/L, BE –14.2 mmol/L, lattato 9.4 mmol/L).
Il paziente veniva ricoverato e sottoposto a idratazione parenterale (2000 ml di glucosio al 5% e fisiologica a 84 ml/h), correzione dell’acidosi (sodio bicarbonato 8,5% 100 ml/die), terapia insulinica. Venivano sospesi Metformina e Perindopril+Indapamide.
Pur in presenza di ripresa della diuresi e progressiva riduzione del lattato (5.5 mmol/L), nei primi 2 giorni si è osservato un ulteriore peggioramento della funzione renale (creatinina 7.46 mg%) che poneva il dubbio se intraprendere o meno un trattamento sostitutivo.
Sulla base del miglioramento clinico-metabolico e delle difficoltà posturali imposte dalla malattia neuromuscolare si optava per la prosecuzione del trattamento conservativo.
Nei giorni successivi si osservava un lento progressivo miglioramento della funzione renale (urea 60 mg%, creatinina 1.95 mg%), normalizzazione del lattato (1 mmol/L) e dei parametri EGA (pH 7.44, bicarbonati 26 mmol/L).
La metformina andrebbe sospesa in diabetici anche con moderata compromissione della funzione renale quando esposti a situazioni prevedibili di disidratazione.
Nonostante la dialisi rappresenti la terapia di elezione dell'AKI associata ad acidosi lattica, in casi selezionati anche il trattamento medico, condotto sotto attento monitoraggio clinico-metabolico, può garantire un valido outcome.