Signor C.G. di 73 anni. Anamnesticamente:
Il paziente viene trasferito nel nostro Reparto dove prosegue l’emodialisi fino alla ripresa della diuresi e stabilizzazione della funzione renale (creat. 3 mg/dL).
Due mesi dopo la dimissione il paziente viene nuovamente ricoverato in Nefrologia per peggioramento dell’insufficienza renale, oligo-anuria, versamento ascitico. Viene tentata terapia medica con scarso esito. Vista l’irreversibilità del quadro renale, dopo la scelta della metodica, viene posizionato il catetere peritoneale con drenaggio del liquido ascitico (2000 cc). Successiva ripresa della diuresi e miglioramento degli indici di funzionalità renale (creatinina 2 mg/dL).
Febbraio 2013, dimissione con dieta ipoproteica e l’indicazione ad effettuare un monoscambio CAPD notturno con sacca 1.36%.
Rivalutazione cardiologica: miglioramento della classe funzionale NYHA (da 3° a 1°/2° stadio).
Successiva riduzione dei giorni di dialisi, fino a singolo lavaggio settimanale.
Settembre 2014, rimozione del catetere peritoneale.
Oggi funzione renale stabile (creat. 2,1 mg/dL); la valutazione cardiologica evidenzia il persistere del miglioramento della classe funzionale. Non recidiva di ascite.
La dialisi peritoneale, oltre che nel trattamento dell’insufficienza renale, è indicata, per il controllo dei volumi, nei pazienti affetti da scompenso cardiaco e da insufficienza epatica con ascite refrattaria. Il paziente qui descritto ha beneficiato di tale trattamento sia a livello cardiaco, che epatico che renale.