Riportiamo il caso di un paziente con insufficienza renale e grave emorragia gastrointestinale secondaria a tossicità da dabigatran, nuovo farmaco anticoagulante orale, trattato con successo mediante l'uso combinato di emodialisi e un nuovo antidoto ad azione temporanea.
Un uomo di 79 anni, normofunzione renale, viene ricoverato per ictus ischemico. Per il riscontro di fibrillazione atriale persistente, viene iniziata terapia con dabigatran 110 mg due volte al dì. Dopo un mese, viene nuovamente ricoverato per emorragia gastrointestinale (Hb 7 g/dl) da accumulo di dabigatran (TT-diluito dabigatran 1750 ng/mL) per una severa insufficienza renale acuta (creatininemia 9 mg/dl, BUN 145 mg/dl). Dopo emotrasfusione e stabilizzazione emodinamica, viene somministrato idarucizumab, un nuovo antidoto ad azione temporanea, con riduzione dei aPTT e INR rispettivamente da 158 a 75 sec e da 6.7 a 2.1. Viene quindi posizionato CVC in vena femorale destra e iniziata emodialisi.
Vengono effettuate 4 sedute di emodialisi (Qb 300 ml/min, QD 800 ml/min, filtro ViE21A) di 4 ore ciascuna. Le concentrazioni di dabigatran per singola seduta si riducono del 53+/-2% con un tasso di abbattimento dei livelli ematici per singolo passaggio attraverso il filtro di 63+/-4%. Un rebound di circa il 45%, viene segnalato a distanza di ogni seduta. I livelli di dabigatran si riducono a 160 ng/ml dopo 4 sedute. Successivamente, per un buona ripresa funzionale (creatininemia 5 mg/dl), la dialisi viene interrotta e i livelli del farmaco si mantengono stabili ancora per alcuni giorni testimoniando l'effetto di allungamento sull'emivita correlato all'insufficienza renale.
Il trattamento combinato/sequenziale con somministrazione di idarucizumab, posizionamento del CVC e avvio alla dialisi, è un approccio razionale, efficace e sicuro nella gestione dei casi di tossicità da dabigatran.