L’incidenza di morte improvvisa tra i pazienti dializzati è alta, ma l’insufficienza renale cronica era un criterio di esclusione nei trials che hanno dimostrato i benefici del defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD) nella prevenzione della morte improvvisa.
2019 dializzati vivi al Gennaio 2010 o che avevano iniziato la dialisi tra Gennaio 2010 e Gennaio 2013 sono stati arruolati e valutati retrospettivamente. I pazienti sono stati divisi in tre gruppi: No-Indicazione, Indicazione- con ICD e Indicazione- senza ICD. I modelli di regressione logistica Cox e Gray sono stati utilizzati per stimare l’Hazard Ratio (HR) della mortalità totale e causa-specifica (improvvisa o non improvvisa) . La sopravvivenza era definita come tempo dall’inizio della dialisi alla morte.
154/2109 pazienti (7.3%) avevano l’ indicazione all’impianto dell’ICD e 52 (33.8%) di essi avevano ricevuto il device; 688 (34.1%)erano i morti registrati. La mortalità era differente tra i diversi gruppi [Indicazione- con ICD vs No-Indicazione: HR 1.62 (95%CI 1.09-2.43) e Indicazione- senza ICD vs No-Indicazione: HR 2.73.(95%CI 2.14-3.48), p<0.001)]. Ottantaquattro/688 (12.2%) erano morti improvvise. L’incidenza cumulative di morte improvvisa era più alta nei pazienti con indicazione all’ICD [Indicazione- con ICD vs No-Indicazione: HR 3.26 (95%CI 1.40-7.61) e Indicazione- senza ICD vs No-Indicazione: HR 4.26 (95%CI 2.41-7.51), p<0.001], ma anche i pazienti del gruppo No-Indicazione mostravano un alto tasso di morte improvvisa [8.4% (95%CI.6.4-10.8) a 8 anni di follow-up].
Nella nostra popolazione i pazienti dializzati con indicazione all’impianto di ICD avevano una prognosi peggiore rispetto a quelli del gruppo senza indicazione all’impianto del device. La prognosi era particolarmente sfavorevole per i soggetti con indicazione- che non avevano ricevuto l’ICD. Anche nei pazienti senza indicazione all’impianto l’incidenza di morte improvvisa è risultata elevata, con un’incidenza molto più alta di quella della popolazione generale.