L’incidenza di morte improvvisa tra i pazienti dializzati è elevata. Trial randomizzati hanno dimostrato che nei pazienti scompensati e ischemici il posizionamento di un defibrillatore impiantabile (ICD) è in grado di ridurre il rischio di mortalità totale e improvvisa. L’insufficienza renale terminale era però un criterio di esclusione in questi studi. In letteratura esistono alcuni studi osservazionali sugli outcome di mortalità nei pazienti dializzati portatori di ICD che hanno portato a conclusioni non univoche sull’utilità del device in questa popolazione. Inoltre non ci sono dati riguardo la prevalenza di pazienti dializzati con indicazione all’impianto di ICD.
In una popolazione di pazienti dializzati:
I criteri utilizzati per definire i pazienti con indicazione all’impianto di ICD sono stati per la prevenzione primaria i criteri MADIT( I e II) e SCD-HeFT, mentre per la prevenzione secondaria la storia documentata di un arresto cardiaco resuscitato.
Gruppi a confronto:
Le comorbidità valutate sono state la Fibrillazione Atriale, il Diabete Mellito e la Cardiopatia Ischemica.
Per stimare l’Hazard Ratio (HR) della mortalità totale e causa-specifica (improvvisa o non improvvisa) sono stati utilizzati i modelli di regressione di Cox e di Gray
La prevalenza di pazienti con indicazione all’ICD era 7.4% (154/2072) e 52/154 (33.8%) erano effettivamente portatori del device. Le caratteristiche della popolazione sono descritte nella Figura 1.
La Figura 2 mostra le curve di sopravvivenza dei 3 gruppi, i pazienti con indicazione avevano complessivamente una ridotta aspettativa di vita rispetto a quelli senza indicazione. La prognosi più sfavorevole riguardava i pazienti con indicazione ma senza ICD.
Durante il follow up si sono verificate: 84/688 (12.2%) morti improvvise.Il confronto diretto all’interno del gruppo dei pazienti con indicazione tra soggetti portatori e non portatori di ICD confermava un vantaggio per i pazienti impiantati Figura 3.
In Figura 4 sono mostrate le curve di mortalità causa specifica: i pazienti con indicazione all’impianto di ICD avevano un aumentato rischio di morte improvvisa rispetto a quelli senza indicazione. In Figura 5 è mostrato il tasso per anno di morte improvvisa. L’incidenza cumulativa di morte improvvisa a 8 anni era: No-Indication 8.5%, Indication-With ICD 23.3% e Indication-Without ICD 21.1%. Nei pazienti senza indicazione era presente un lineare aumento del rischio di mortalità, nei pazienti con indicazione, la presenza del device aveva un effetto protettivo nei primi anni di osservazione che poi scompariva col proseguimento del follow up.
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