L’elevata incidenza di malattia renale necessitante di terapia dialitica richiede l’adozione di schemi dialitici che possano avere un ridotto impatto organizzativo ed economico, quali dialisi domiciliare, dialisi breve, dialisi a ritmo ridotto. United States Renal Data System (USRDS). Usrds 2012 annual data report [1]. Ancora poco è noto sulla reale efficacia di queste strategie. Davenport 2015 [2] (full text) Kalantar-Zadeh K 2014 [3] (full text)
Abbiamo analizzato in modo retrospettivo i pazienti che, dal 2014, sono stati avviati presso il nostro centro alla dialisi extracorporea progressiva (PHD)- ritmo dialitico monosettimanale associato a dieta ipoproteica-, confrontandoli con pazienti che sono stati avviati al classico ritmo trisettimanale (Tri) nello stesso periodo. Abbiamo valutato in basale e nel follow-up (1 volta/mese) i dati clinici e di laboratorio e l’incidenza di eventi avversi.
10 pazienti incidenti PHD (76±13 anni, 7M) sono stati confrontati con 10 pazienti incidenti Tri (70±16 anni, 7M). Il follow-up medio è stato di 8±6 e 10±4 mesi, con un numero totale di osservazioni di 96 e 104, rispettivamente. All’inizio della dialisi non vi erano differenze né nel GFR (PHD 7,8±1,9 vs Tri 7,1±2 ml/min), né per gli altri esami ematochimici. Durante il follow-up non vi erano differenze nell’incidenza di complicanze cliniche, eccetto che per il numero di episodi di iperpotassiemia (PHD 5% vs Tri 24%,p<0,005). Il numero totale di sedute dialitiche era di 514 per i PHD e 1222 per i Tri. Durante il follow-up 3 pazienti del gruppo PHD, come da programma, (indicatori clinici e biochimici) sono stati shiftati ad un ritmo bisettimanale (in media a 7 mesi dall’inizio della dialisi) e un paziente è deceduto, mentre 6 pazienti continuano con ritmo monosettimanale, mantenendo una buona diuresi residua (1300±300 ml/die) (Figura 1).
La PHD rappresenta una buona strategia dialitica, perché permette un buon controllo della sindrome uremica, un minore impatto psicologico ed organizzativo ed un discreto risparmio economico. Libetta 2015 [4] Studi prospettici sono necessari per valutare l’impatto clinico di un utilizzo sistematico di tale strategia dialitica.
[1] Collins AJ, Foley RN, Chavers B et al. 'United States Renal Data System 2011 Annual Data Report: Atlas of chronic kidney disease & end-stage renal disease in the United States. American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2012 Jan;59(1 Suppl 1):A7, e1-420
[2] Davenport A Will incremental hemodialysis preserve residual function and improve patient survival? Seminars in dialysis 2015 Jan-Feb;28(1):16-9 (full text)
[3] Zhang M, Wang M, Li H et al. Association of initial twice-weekly hemodialysis treatment with preservation of residual kidney function in ESRD patients. American journal of nephrology 2014;40(2):140-50 (full text)
[4] Libetta C, Esposito P, Dal Canton A et al. Once-weekly hemodialysis: a single-center experience. American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2015 Feb;65(2):343
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