Una proteinuria anche modestamente aumentata è in genere considerata una controindicazione alla donazione.Descriviamo un caso di trapianto realizzato con un rene prelevato da donatore deceduto con una normale funzione renale ma con riscontro di una proteinuria francamente patologica.
Donatore:sesso maschile,età 70 anni ,peso corporeo Kg 103,altezza cm 175.Nell’anamnesi storia di potus .Causa del decesso:emorragia cerebrale spontanea.Cl.Creatininina= 98 ml/m’; presenza di proteinuria patologica (1.4-1.9 g/die) e microematuria.Alla biopsia renale eseguita su entrambi i reni:Glomerulonefrite a depositi mesangiali di IgA.Score finale secondo Karpinski=3 a sx e 4 a dx.Ricevente del rene sx:maschio,55 anni,in dialisi extracorporea da 9 anni per nefropatia diabetica insulino-dipendente.
Ripresa della funzione renale in 9° giornata.Progressivo miglioramento della funzione renale con successiva stabilizzazione della Cl.creatinina su valori di 50 ml/m’; rapida riduzione della proteinuria fino a valori <300 mg/die.Scomparsa totale delle lesioni istologiche della nefropatia da Ig A alla biopsia renale eseguita 6 mesi dopo il trapianto.
In letteratura sono riportati favorevoli risultati di trapianti da donatori con alcune forme di nefropatie.Il caso da noi descritto suggerisce che reni con nefropatia da IgA possono essere trapiantati anche in presenza di proteinuria patologica.Il riscontro di quest’ultima non dovrebbe quindi essere sempre causa di automatica esclusione della donazione specie se la funzione renale è conservata.In questi casi la biopsia può costituire un valido ausilio per stabilire la trapiantabilità dei reni del potenziale donatore e dopo l’eventuale trapianto può essere utile considerare l’esecuzione di una o più biopsie protocollari.