Negli ultimi anni abbiamo assistito a una continua rimodulazione degli schemi immunosoppressivi che, seppur comprendendo farmaci di consolidato utilizzo trapiantologico, hanno determinato importanti e significativi miglioramenti clinici. Inoltre, è emersa una nuova filosofia trapiantologica che, ridimensionando il ruolo delle problematiche acute post-trapianto, si è sempre di più orientata nel migliorare la sopravvivenza a lungo termine del graft. In questo contesto, sembra emergere il ruolo promettente dell’utilizzo combinato degli inibitori delle calcineurine (CNI-I) e gli inibitori di mTOR (mTOR-I).
Pertanto, scopo del nostro studio è stato quello di confrontare l’impatto di vari schemi immunosoppressivi che comprendevano gli CNI-I sugli outcome a lungo termine. A tale scopo abbiamo effettuato una raccolta retrospettiva (1983-2012) di dati clinici relativi a una popolazione di 5635 pazienti portatori di trapianto renale. Per l’analisi statistica abbiamo utilizzato modelli di regressione di Cox e costruito curve di Kaplan-Meier.
L’analisi dei dati clinici relativi a 352 pazienti trattati con mTOR-I+CNI+Corticosteroidi (CS) (GRUPPO A), 3821 con CNI+Antimetaboliti (ANT)+CS (GRUPPO B), e 1462 con CNI+CS (GRUPPO C) mostravano solo alcune differenze anagrafiche e cliniche. I soggetti del GRUPPO C risultavano piu’ giovani e con una maggiore predisposizione a sviluppare DGF.
Il modello di Cox mostrava una peggiore sopravvivenza del graft nel GRUPPO C rispetto agli altri due gruppi che invece presentavano una perdita dell’organo sovrapponibile. La mortalità a lungo termine appariva, invece, sovrapponibile nei tre gruppi. Il log-rank test confermava un significativo aumento del rischio di perdita dell’organo a 10 e 20 anni nel GRUPPO C versus A e B.
I nostri risultati dimostravano chiaramente che il trattamento combinato con mTOR-I+CNI era equiparabile in termini di sopravvivenza del graft alla terapia con CNI+ANT+CS (attualmente ritenuta come “gold standard”) e fornivano importanti spunti di riflessione sulla possibilità di incrementare il pool di pazienti eleggibili al suddetto trattamento.