I pazienti trapiantati di rene presentano una condizione di ipercoagulabilità che contribuisce all’incremento dell’incidenza di trombosi venose profonde anche tardive Nei pazienti sottoposti a trapianto di rene è presente uno sbilanciamento dei meccanismi emostatici a genesi multifattoriale con incremento dei fattori procoagulanti correlato classici fattori di rischio (diabete gravidanza obesità stato trombofilico preesistente) e al trapianto di per sè(intervento di trapianto terapia immunosoppressiva malattia di base modalità dialitiche pre trapianto eritrocitosi post trapianto, infezioni post trapianto).
Abbiamo valutato 32 pazienti con nuovo trapianto renale effettuato negli anni 2010-2014 che hanno sviluppato una trombosi venosa profonda (arti inferiori, arti inferiori complicata da embolia polmonare, retinica). Abbiamo valutato per ogni paziente la malattia di base, la terapia immunosoppressiva, l’incidenza di infezioni post trapianto, la tipologia dialitica (emodialisi o dialisi peritoneale) e la rapidità di sviluppo di eritrocitosi post trapianto.
Abbiamo osservato differenze statisticamente significative nei pazienti trapiantati a seconda della terapia immunosoppressiva (maggiore incidenza di TVP nei pazienti in terapia con ciclosporina o ciclosporina M-tor inibitori) nei pazienti con policistosi renale e LES) e nei pazienti con rapida correzione dei valori di ematocrito post trapianto.
Lo stato di ipercoagulabilità nei riceventi di trapianto renale è a genesi multifattoriale e rappresenta una severa complicanza anche nel trapianto stabilizzato. La prevenzione consiste sia nell’accurato screening per trombofilia pre trapianto con possibile elencazione di linee guida dall’altro nell’individuare pazienti ad alto rischio di sviluppo di TVP (pazienti con diabete,obesità,terapia immunosoppressiva ad alte dosi, correzione eccessivamente rapida dell’anemia pre trapianto) a cui vanno applicate terapie antiaggreganti a lungo termine