* Eguale contributo nel lavoro
I pazienti anziani (≥70 aa) con elevata immunizzazione (vPRA > 60) trovano con difficoltà un organo prima che le scadute condizioni cliniche o complicanze intercorrenti ne impongano l’esclusione. La strategia della desensibilizzazione è difficilmente percorribile negli anziani per rischio infettivo/cardiovascolare, per ovviare a questi problemi abbiamo introdotto, per questi pazienti, l’utilizzo del crossmatch citofluorimetrico (FCXM) dopo rideterminazione degli antigeni proibiti.
Abbiamo selezionato 4 Pz ≥70 anni con PRA CDC ≥40% e virtual-PRA ≥80% in LAT ≥ 2 anni. Nei sieri, studiati con tecnica Luminex, gli anticorpi anti-HLA rilevati sono stati considerati antigeni proibiti solo se con MFI >5000 (3/4 pazienti avevano positività per anti-HLA donatore specifici, DSA, pre-trapianto con MFI ≤5000) e sono stati considerati idonei donatori (anche se portatori di antigeni precedentemente considerati proibiti) in presenza di crossmatch in CDC (CDCXM) e FCXM negativi.
I pazienti sono stati trapiantati tra 8/2013 e 8/2014. Il CDCXM era negativo in 4/4 pazienti e il FCXM negativo sui 3/3 pazienti selezionati in base ai nuovi criteri (un paziente trapiantato con le precedenti soglie: no incompatibilità di classe I e no anticorpi di classe II). Terapia d’induzione: antiIL2 + tacrolimus + mmf + steroide in 3/4 pazienti, un paziente al 2° trapianto + ATG; terapia di mantenimento: tacrolimus + mmf + steroide. Nessun paziente ha sviluppato rigetti acuti. 3/4 trapianti funzionanti in nessuno di questi si è osservato sviluppo di DSA de novo post trapianto, un rientro in dialisi monosettimanale (paziente trapiantato sulla base dei precedenti criteri), per cause non immunologiche.
La casistica presentata al momento è limitata, ma i dati rilevati prospettano una buona riuscita del trapianto in questi pazienti, senza ricorrere a over-immunodepressione, e dando accesso più rapido a 3 dei 4 pazienti sfruttando il FCXM.