Il Magnesio (Mg) è coinvolto in numerosi processi biochimici e fisiologici. L’ipomagnesemia è un fattore di rischio cardiovascolare nella popolazione generale e nei pazienti con insufficienza renale. L’ipomagnesemia può causare disturbi neuromuscolari, con tremori, crampi muscolari, convulsioni, aritmie, nausea. Spesso coesistono ipokaliemia ed ipocalcemia. Le cause più comuni sono diarrea, malassorbimento, alcolismo, iperaldosteronismo primitivo, s. dell’intestino corto e farmaci (diuretici, ciclosporina, cisplatino, amfotericina B).
Descriviamo il caso di un paziente con ipomagnesemia sintomatica durante l’addestramento alla dialisi peritoneale (DP).
Uomo bengalese di 58 anni, giungeva alla nostra attenzione per uremia terminale secondaria a nefropatia proteinurica di ndd. In anamnesi: ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, BPCO. Terapia domiciliare: esomeprazolo, amlodipina, ramipril, metoprololo. Il paziente optava per la DP. In fase di addestramento, comparsa di tremori invalidanti, nausea e vomito. Agli esami ematochimici: ipomagnesemia (Mg 0,32mg/dl), ipocalcemia (Ca corretto 7,2mg/dl) ed ipokaliemia (K 3,3mEq/l). Dopo supplementi di Ca, K e Mg per os, e.v. e con la soluzione dialitica, l’ipocalcemia e l’ipokaliemia si correggevano, mentre persisteva l’ipomagnesemia. Pertanto, nell’ipotesi di una causa iatrogena si sospendeva l’inibitore di pompa protonica (IPP). In un mese il Mg si normalizzava (1,7mg/dl) con risoluzione della sintomatologia e completamento dell’addestramento.
Dopo circa 1 anno, il paziente riprendeva autonomamente lansoprazolo con ricomparsa di ipomagnesemia (1,02mg/dl). Alla sospensione dell’IPP il Mg si normalizzava nuovamente.
Dal 2006 al 2011 sono statti descritti in letteratura 36 casi di ipomagnesemia sintomatica secondaria ad utilizzo cronico di IPP (75% omeprazolo, 25% esomeprazolo, 14% pantoprazolo, rari casi lansoprazolo). Spesso l’ipomagnesemia è asintomatica e sottodiagnosticata per il mancato monitoraggio del Mg.
Il meccanismo fisiopatologico, tuttora non completamente chiarito, sembrerebbe riconducibile ad un ridotto assorbimento intestinale. La terapia consiste nella sospensione dell’IPP.
Il caso descritto conferma l’utilità del monitoraggio della magnesiemia nei pazienti in terapia con IPP.