L'AKI (Acute kidney Injury) è comune nella popolazione generale ed associato ad un elevato rischio di mortalità nonché ad effetti sfavorevoli quali lo sviluppo di Insufficienza Renale Cronica (IRC) e l'inizio della terapia dialitica [1,2]. L'AKI può comparire in seguito a nefrectomia unilaterale in pazienti con normofunzione renale [3] e si associa alla comparsa di IRC de novo nel medio termine [4,5]. In letteratura tuttavia non sono presenti studi che abbiano valutato l'effetto a lungo termine dell'AKI post-nefrectomia sulla progressione renale.
Scopo dello studio
Il nostro studio valuta l'effetto a lungo termine dell'AKI post-uninefrectomia totale sulla comparsa di CKD de novo e sull'avanzamento di stadio CKD.
Historical cohort study in pazienti consecutivi afferenti alle Nefrologie Universitarie di Napoli e Catanzaro dal 1997 al Marzo 2015 sottoposti ad uni-nefrectomia e follow up da almeno tre anni dall'intervento. L'AKI era definito quale incremento della creatininemia basale≥50% nella prima settimana post-nefrectomia.
L'outcome primario era lo stato di progressor, definito da comparsa di CKD de novo o avanzamento di almeno uno stadio di CKD rispetto alla fase pre-intervento.
Come analisi aggiuntiva abbiamo valutato il rischio di progressione dei pazienti considerando la stratificazione del rischio cardiorenale proposta dal Consortium CKD:
Analisi statistica
Le caratteristiche basali dei 102 pazienti prima della nefrectomia sono riassunte in tabella 1. In basale il 75% mostrava un GFR >60 ml/min mentre una CKD stadio 3a e 3b era presente rispettivamente nel 20% e 5%; in nessuno dei pazienti arruolati era presente un'albuminuria patologica al basale. AKI post-intervento era documentata nel 34.3% dei pazienti. Come riportato in tabella 1 non vi erano differenze tra i pazienti con AKI e senza AKI, fatta eccezione dell'età avanzata. In effetti, l'età era l'unico fattore predittivo di AKI (Odds Ratio: 1.86 (1.16-3.00); P=0.01).
FU post-nefrectomia era in mediana 8.7 (IQR:4.9-16) anni.
Al termine del FU, GFR medio era 49.1±20.0 ml/min con proteinuria >0.5 g/die nel 18% della coorte. Il ΔGFR annuo era -3.1 (IQR: -5.1;-1.4) ml/min/anno con una prevalenza di progressor di 65.6%. I pazienti con AKI presentavano un ΔGFR mediano di -4.3 (IQR: -7,6;-2.4) ml/min/anno, mentre in coloro che non sviluppavano AKI il ΔGFR mediano era -2.1 (IQR: -4,4;-1.0) ml/min/anno (p=0.004). Il ΔGFR di caduta annua era correlato con il grado di AKI (R=0.40).
La regressione multipla dei fattori associati al ΔGFR mostrava che l'AKI, età avanzata ed un minore GFR al basale erano i fattori associati alla riduzione del GFR (tabella 2).
In tabella 3 la regressione di Cox (HR, 95%IC) evidenziava che il rischio di peggioramento di almeno uno stadio di CKD aumentava in presenza di AKI (2.02, 1.14-3.57; p=0.003) e con un minore GFR pre-intervento (0.78, 0.64-0.96; p=0.018).
Come rappresentato in figura 1, al termine del follow-up, sulla base dei passaggi di stadio, il rischio di progressione dei pazienti si modificava in maniera più marcata nei pazienti con AKI (5,6% basso rischio; 27,8% rischio medio-basso; 30,6% rischio medio-alto; 36,1% rischio elevato) rispetto a quelli non AKI (33,3% rischio basso; 33,3% rischio medio-basso; 7,6% rischio medio-alto; 25,8% rischio elevato; p=0.001).
Nei pazienti sottoposti a nefrectomia monolaterale l’AKI è un fattore associato ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale a lungo termine. Tale associazione è indipendente dai principali fattori di rischio noti.
Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.
Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.