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SESSIONE POSTER II

ASPETTI PSICOLOGICI E QUALITA' DI VITA IN UN GRUPPO DI PAZIENTI CON TRAPIANTO DI RENE PROVENIENTI DA EMODIALISI E DIALISI PERITONEALE

poster

Introduzione

L’insufficienza renale cronica (IRC), è determinata dalla progressiva perdita della funzione renale.

L’inizio del trattamento dialitico, la perdita del ruolo sociale, familiare e lavorativo, associata allo stato di dipendenza nei confronti della dialisi, favorisce l’insorgenza di disturbi psicologici.

In quest’ottica appare di primaria importanza far sì che i pazienti in trattamento sostitutivo con  dialisi mantengano il più alto standard di qualità di vita possibile (Griva K, Kang AW, YU ZL Qual Life Res 2014 [1], Rapisarda F, Tarantino A Transplant Proc 2006 [2]).

Scopo del presente lavoro è quello di valutare attraverso la somministrazione di test psicologici, gli aspetti affettivi, emotivi e la Qualità di Vita dei pazienti con IRC, sia in emodialisi che in dialisi peritoneale, successivamente sottoposti a trapianto di rene.

Materiali e metodi

È stato selezionato un campione di 20 pazienti, 10 in terapia dialitica extracorporea (HD), 10 in dialisi peritoneale (DP). Al campione è stata somministrata una batteria di test composta da: SF-36 (Short Form-36), strumento utilizzato per valutare la QdV dei pazienti; Beck Depression Inventory (BDI), per la valutazione della depressione; Hamilton Anxiety Scale (HAS), per la valutazione dell’ansia (psichica, somatica); Toronto AlexithymiaTAS-20, per rilevare la presenza di alessitimia.

Risultati

Il test SF-36 rivela che sia la dimensione fisica che la dimensione mentale della malattia, sono influenzate direttamente dal tipo di trattamento che il paziente esegue: DP- HD.

L’Indice di Salute fisica e l’Indice di Salute Mentale risultano essere influenzate più negativamente dal trattamento emodialitico (ISF=40; ISM=40). Questo potrebbe significare una non accettazione della malattia legata al tipo di trattamento dialitico. L’ISM risulta, invece, migliore e dunque più vicino alla popolazione di controllo nei pazienti in dialisi peritoneale (ISM=53).

Dall’analisi statistica sembrerebbe che la DP risulti più vantaggiosa per la persona, probabilmente grazie alla possibilità di eseguire il trattamento con maggiore indipendenza, libertà di movimento ed autonomia nella gestione della malattia.

Dal BDI, i pazienti in HD, manifestano una depressione di grado moderato (M=18) rispetto ai pazienti in DP che non presentano un quadro depressivo (M=7).

Allo stesso modo il test HAS, rivela nei pazienti in HD la presenza di ansia psichica e somatizzata (M=19) rispetto ai pazienti in DP che non manifestano sintomatologia ansiosa (M=7).

Infine dalla TAS-20 è possibile evidenziare come i pazienti in HD presentano alessitimia (livello Borderline) (M=56), rispetto ai pazienti in DP che mostrano capacità di identificare, riconoscere ed esprimere le proprie emozioni (M=44).

Conclusioni

Dal nostro studio pilota è possibile evidenziare come l’HD, è un trattamento al quale il malato deve adattarsi in modo passivo, e favorisce pertanto l’insorgenza di sintomatologia ansioso-depressiva e una peggiore qualità di vita, anche nel post-trapianto.

Al contrario i pazienti in DP, mostrano una migliore qualità di vita e assenza di sintomi ansioso-depressivi e dunque una migliore compliance ed aderenza al trattamento immunosoppressivo nel post-trapianto.

release  1
pubblicata il  13 marzo 2014 
da E. Massihnia, F. Caputo
(U.O.C. Nefrologia II con Dialisi e Trapianto Renale, ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli)
Parole chiave: dialisi peritoneale, scelta dialitica, trapianto di rene
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