La DP incrementale (DPI) rappresenta una opzione terapeutica sempre più diffusa ed in continua crescita. Prevede una iniziale dose dialitica che si incrementa nel tempo alla graduale riduzione della funzione renale residua. Può essere effettuata in CAPD con 1-2 scambi /die o in APD per 4-5 giorni a settimana. E' ben accetta dai pazienti in quanto offre una migliore qualità di vita con indubbi vantaggi clinici.
Studio prospettico osservazionale su pazienti incidenti in DP dal gennaio 2010 al dicembre 2013 con DPI manuale valutando l’adeguatezza dialitica, la funzione renale residua e le complicanze.
Di 52 pz incidenti, 27 pazienti (17 M;10 F) età anagrafica (59±13 aa) hanno aderito al programma di iCAPD. VFG basale 8,47±2,94 ml/min diuresi residua 1745±446 ml/24h. La iCAPD prevedeva uno scambio notturno con icodestrina nel monoscambio, ed uno successivo di 4/5 ore con soluzione 1,36% nei due scambi.
I mesi di trattamento in iCAPD sono stati 485. 4 pz sono stati trapiantati, 1 pz è deceduto per neoplasia, 1 pz è passato all’emodialisi, 1 pz all’APD, 3 pz sono passati a 3 scambi, 17 pazienti effettuano ancora iCAPD: 13 con monoscambio e 4 con due scambi.
Il tempo medio di permanenza con uno scambio 15mesi (2-35) ; quello totale con uno/due scambi 17,9mesi(6-48) .
Dopo 12 mesi la diuresi è rimasta immodificata.
In totale si sono osservati 8 episodi di peritonite (1episodio/128mesi/pz). 3 di questi in iCAPD (1episodio/161mesi/pz) e 5 in DP standard (1episodio/109mesi/pz)
I nostri dati preliminari rafforzano l’evidenza che la DPI sembra essere la modalità di inizio più idonea della DP. In particolare sia per pazienti anziani in quanto meno invasiva, sia per pazienti giovani in quanto “ponte” per il trapianto renale. Il minore numero di scambi con una dose dialitica adeguata permette minori complicanze glico-metaboliche, ridotta incidenza di peritoniti nonché minori costi.